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    Il Regno Unito potrà riesaminare l’asilo dato ai rifugiati dopo cinque anni

    Il provvedimento del ministero degli Interni permetterà di sottoporre a revisione i casi di chi ha ottenuto l'asilo politico e annullare la protezione

    Di TPI
    Pubblicato il 10 Mar. 2017 alle 08:55 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 22:39

    Il ministero degli Interni del Regno Unito ha cambiato le regole per il mantenimento del diritto di asilo politico sul territorio britannico. La notizia del provvedimento in vigore già da febbraio 2017 è trapelata il 9 marzo e presenta la possibilità di rimandare a casa dopo cinque anni i rifugiati per i quali non sussistano più i requisiti della protezione umanitaria.

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    I migranti che hanno ottenuto la tutela da parte del Regno Unito vedranno rivista la loro situazione dopo cinque anni trascorsi nel paese. Le nuove indicazioni in materia di immigrazione erano state annunciate dalla premier Theresa May già nel 2015, durante un discorso al partito conservatore. In quell’occasione la leader britannica aveva fatto riferimento alla possibilità di dare solo protezione temporanea ai cittadini stranieri che fanno richiesta di asilo politico.

    “Introdurremo delle revisioni rafforzate sul rimpatrio sicuro”, aveva detto May. “Quindi, se il permesso di un rifugiato termina e si verifica il miglioramento delle condizioni politiche nel suo paese, avvieremo il processo di rimpatrio invece che quello di integrazione nel Regno Unito”.

    Il ministero assicura che le modifiche fatte al documento su diritto di asilo rispettano la Convenzione europea sui migranti e le indicazioni dell’Unione europea. Tuttavia, precisa che le nuove regole serviranno ad assicurare protezione nel solo periodo di tempo in cui risulta necessaria.

    “Questa politica significherà l’impossibilità per i rifugiati che hanno dimostrato il loro diritto alla protezione di ricostruire le loro vite nel paese”, ha dichiarato la dottoressa Lisa Doyle del Refugee Council.

    Il provvedimento sembra essere un appesantimento della burocrazia dato che la maggior parte dei migranti desiderano comunque tornare a casa non appena la situazione nei loro paesi di origine lo permette.

    Il cambiamento nella politica britannica sui rifugiati potrebbe avere effetti negativi soprattutto sulle donne dato che è difficile provare a distanza di anni il pericolo di essere vittime di violenza domestica o di mutilazioni genitali.

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