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    Negli ultimi 40 anni è scomparso il 60 per cento degli animali selvatici

    Secondo un rapporto diffuso dalla Società zoologica di Londra e dal Wwf, entro il 2020 potrebbero scomparire i due terzi delle specie selvatiche

    Di TPI
    Pubblicato il 27 Ott. 2016 alle 15:29 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 22:51

    Un rapporto stilato dalla Società zoologica di Londra (Zsl) e dal Wwf ha reso noto che dal 1970 a oggi è scomparso il 58 per cento della fauna selvatica.

    Il documento, che viene pubblicato ogni due anni con il titolo Living Planet, riferisce che se l’attuale trend dovesse continuare, i due terzi dei vertebrati scompariranno entro il 2020.

    L’impatto delle attività umane sull’ambiente, il commercio di animali selvatici, l’inquinamento e il cambiamento climatico sono tutti fattori che contribuiscono al loro declino.

    “Conosciamo le cause e sappiamo fino a che punto gli uomini hanno un impatto negativo sulla natura e sulla fauna selvatica, spetta a noi agire per invertire la tendenza”, ha dichiarato Mike Barrett del Wwf.

    Alcune specie sono più in pericolo di altre. Per esempio, l’ambiente d’acqua dolce è particolarmente colpito, con un declino dell’81 per cento negli ultimi 46 anni, a causa dell’utilizzo delle acque per le attività umane e la costruzione delle dighe.

    Ma anche altri animali sono a rischio: gli elefanti africani vittima del bracconaggio e gli squali minacciati dalla pesca.

    Eppure, sottolinea Robin Freeman della Zsl, non si tratta di estinzioni: nulla è perduto se scegliamo di agire per la conservazione delle specie selvatiche.

    Tuttavia, il rapporto ha attirato alcune critiche circa la metodologia utilizzata per la raccolta e l’analisi dei dati: i suoi redattori si sono difesi sostenendo che hanno raccolto le migliori informazioni disponibili e lamentando la carenza di statistiche adeguate per alcune regioni o alcuni periodi.

    Credit: Wwf

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