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    Deriso dall’istruttore in palestra, un ragazzo autistico studia legge da solo e vince la causa

    Ketan era stato definito stupido. Negli ultimi due anni ha studiato le norme sulla discriminazione, presentando il suo caso a una corte che gli ha dato ragione

    Di TPI
    Pubblicato il 28 Mar. 2017 alle 15:18 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 01:33

    Ketan Aggarwal è ancora incredulo, dopo che una corte londinese ha accolto la sua istanza contro un istruttore di fitness accusato di averlo insultato in malo modo, definendolo “uno stupido”.

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     Il trentenne residente a Londra è affetto da autismo riscontrato dai medici in età adulta. Nonostante questa condizione influenzi notevolmente la sua vita, il giovane non si è dato per vinto e ha preso in mano la situazione.

    Dopo le innumerevoli segnalazioni fatte allo staff di una delle palestre appartenenti alla catena Virgin Active, cadute tutte nel vuoto, Ketan ha deciso di reagire in maniera esemplare: si è messo a studiare legge, raccogliendo tutto il materiale necessario per imbastire il suo caso e presentarlo in tribunale. 

    Questo sacrificio per avere giustizia è costato a Ketan due anni di studio approfondito in materia di discriminazione, norme giuridiche comprese. Una volta assimilato tutto quanto, il giovane ha rifiutato qualsiasi assistenza legale, decidendo di difendersi da solo in tribunale e arrivando a vincere la sua battaglia contro l’istruttore della palestra. 

    L’episodio risale al 2015 ed è accaduto durante una lezione di spinning. Ketan aveva fatto un commento sulla musica che accompagnava gli esercizi, dicendo che era troppo lenta.

    Ciò ha indotto l’istruttore che lavora nella palestra Virgin Active di Stockley Park a Londra, a gridare: “Non dirmi come devo fare il mio lavoro”, ha raccontato Ketan.  Il diverbio è proseguito anche una volta terminata la sessione di spinning. L’istruttore ha aggredito verbalmente il giovane umiliandolo davanti a trenta persone che in quel momento si trovavano nella sala, definendolo “stupido” per ben due volte. 

    “Io ho cercato di rimanere calmo e tranquillo, ma dentro di me sentivo il dolore dell’umiliazione”, ha confessato il ragazzo. Ketan ha detto di essersi lamentato più volte con il personale della palestra, che non ha preso provvedimenti disciplinari contro il suo istruttore. È stato in quel momento che il ragazzo, vittima di discriminazione e di totale indifferenza, ha deciso di rivolgersi alla legge. 

    E lo ha fatto oltrepassando la soglia di una biblioteca, trascorrendo ore a studiare articoli online e cercare di episodi simili al suo. Ha preparato così il caso che ha poi presentato alla corte di Uxbridge County, la quale gli ha dato ampiamente ragione. 

    La Virgin Active è stata chiamata in causa ed è stata costretta a risarcire la vittima per i danni morali subiti, deriso ingiustamente per la sua condizione di salute. La somma ammonta a 1.390 sterline accompagnate dalle scuse formali da parte dello staff. L’istruttore è stato licenziato.

    “Quando si discrimina qualcuno per la propria disabilità mentale non si pensa mai che quella persona potrebbe ricorrere alla legge e addirittura vincere la causa”, ha scritto Aggarwal. “Per me non è mai stata una questione di soldi: è stato meraviglioso vincere”.

    “Chiamare qualcuno con una disabilità mentale ‘stupido’ è come deridere un ragazzo su una sedia a rotelle”, ha dichiarato Ketan. “Se fossi stato così stupido non avrei concluso con successo la causa. Ci sono voluti due anni e del duro lavoro, non sono un avvocato e ho dovuto studiare. Ho vissuto in biblioteca e ho scaricato del materiale da internet. Ma ne è valsa la pena, non tanto per i soldi, ma per una questione di principio”.

    “Cerchiamo di offrire un ambiente accogliente, inclusivo per tutti coloro che frequentano i nostri centri”, ha dichiarato un portavoce della Virgin Active. “Siamo molto dispiaciuti visto che in questa occasione non siamo riusciti a farlo, e siamo impegnati a rivedere la nostra formazione continua per garantire un’altissima qualità da offrire ai nostri clienti”. 

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