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    Thailandia: la storia dei ragazzi intrappolati nella grotta diventerà un film di Hollywood

    I ragazzi rimasti intrappolati nella grotta
    Di Anton Filippo Ferrari
    Pubblicato il 12 Lug. 2018 alle 07:36 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 16:26

    L’odissea dei giovani calciatori thailandesi tratti in salvo con il loro allenatore dopo essere rimasti intrappolati in una grotta per 18 giorni diventerà un film di Hollywood.

    La casa di produzione cinematografica Pure Flix Entertainment intende ottenere i diritti per una pellicola sulla missione di salvataggio dei 13 ragazzi. Ad annunciarlo è stato – via Twitter – Michael Scott, managing partner della società, che vive in Thailandia part-time e che è stato testimone sul posto delle operazioni per salvare i ragazzi.

    “Non potrei essere più entusiasta. Questa storia ha significato cosi’ tanto per me”, ha dichiarato in un video girato nella zona della grotta allagata, indicando come la moglie sia cresciuta con il navy Seal thailandese morto il 6 luglio durante le operazioni di salvataggio.

    “Guardiamo a questa storia davvero come un film che può ispirare milioni di persone nel mondo”, ha proseguito Scott, spiegando di voler raccontare come il salvataggio sia stato il risultato di uno sforzo internazionale, del mondo intero che si è unito per aiutare i ragazzi.

    Il co-fondatore di Pure Flix, David A.R. White, ha detto al Wall Street Journal che la società ha avviato colloqui con attori, scrittori e potenziali investitori.

    Come verranno curati i ragazzi rimasti intrappolati nella grotta in Thailandia

    Dopo 17 giorni rinchiusi in una grotta della Thailandia, i 12 ragazzi della squadra di calcio nota come “I cinghiali” e il loro allenatore sono stati tratti in salvo dai soccorritori.

    Le operazioni erano iniziate il 9 luglio 2018, ma gli ultimi membri della squadra hanno rivisto la luce del sole oggi, 10 luglio.

    Secondo quanto raccontato dai soccorritori, ad aver aiutato i ragazzi a sopravvivere per tutti questi giorni nelle grotte sarebbe stata la meditazione buddista insegnata loro dall’allenatore.

    Una volta usciti dalla grotta, i primi ragazzi hanno chiesto di poter mangiare il pad kra pao, un piatto di riso fritto con pollo e basilico tipico della Thailandia.

    La richiesta, però, non è stata esaudita dai soccorritori.

    I ragazzi infatti potranno mangiare solo riso morbido, senza condimento e soprattutto non piccante.

    Dopo 17 giorni senza mangiare regolarmente, infatti, i ragazzi non possono riprendere immediatamente le normali abitudini alimentari, dovendo dare tempo al loro corpo di riabituarsi al consumo di cibo.

    Una volta soccorsi, i membri della squadra e il loro allenatore sono stati trasportati in ospedale per le cure mediche e sono stati messi in quarantena.

    L’incontro con i parenti, in attesa all’esterno della grotta, è stato quindi rimandato.

    I medici infatti stanno controllando le condizioni di salute dei ragazzi, accertandosi che non abbiano contratto infezioni o malattie contagiose mentre erano nella grotta.

    I primi membri della squadra tratti in salvo sono riusciti a vedere i genitori solo attraverso un vetro.

    I medici hanno anche installato un collegamento telefonico nella stanza in cui si trovano i ragazzi per permettere loro di parlare con la famiglia mentre sono in quarantena.

    Dei 4 ragazzi estratti dalla grotta il 9 luglio, due sono stati anche curati per una leggera infezione ai polmoni e sono stati somministrati loro degli antibiotici.

    Dopo 17 giorni al buio, i membri della squadra e il loro allenatore dovranno anche riabituarsi alla luce del sole.

    Per questo motivo, una volta tornati nel mondo esterno, i soccorritori hanno fornito ai ragazzi degli occhiali protettivi.

    Il secondo gruppo deve ancora indossare le lenti, essendo stati recuperati da poco.

    Inoltre, ai ragazzi non è stato permesso vedere la televisione, almeno per il momento, per non danneggiare la loro salute mentale.

    Gli psicologi hanno detto che i ragazzi sono in buone condizioni psicologiche, ma non vogliono correre rischi.

    I medici però hanno detto che i ragazzi potranno vedere in tv la finale dei Mondiali.

    La squadra infatti era stata invitata dal presidente della FIFA, Gianni Infantino, ad assistere alla partita finale a Mosca.

    I ragazzi però non sono nelle condizioni per viaggiare.

    Oltre alla salute fisica dei ragazzi, i medici si stanno occupando anche dei problemi psicologici che i membri della squadra potrebbero avere.

    Secondo quanto spiegato dal dottore Andrea Danese, a capo dello Stress and Development Lab di South London e Maudsley NHS Fondazione Trust, la maggior parte di queste ripercussioni psicologiche sarà temporanea e alleviata entro poche settimane dal salvataggio.

    In alcuni bambini, però, l’esperienza traumatica potrebbe avere un effetto duraturo.

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