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    Regno Unito, ragazza suicida dopo essere stata bullizzata a scuola per l’aspetto fisico. La mamma: “La chiamavano ‘grassa’ e ‘brutta’”

    Foto credit: PAULA MCKINNEY. Fonte: THE SUN

    La testimonianza della donna: "Quando ha iniziato la secondaria tutto è cambiato"

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 10 Set. 2019 alle 09:43 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 19:42

    Ragazza suicida perché bullizzata perché grassa

    Una ragazza suicida dopo essere stata continuamente bullizzata a scuola per il suo aspetto fisico, offesa dai compagni che la definivano “racchia”, “grassa”. È la drammatica vicenda raccontata dal quotidiano britannico The Sun, che ha raccolto la testimonianza della madre della giovane. Gail McKinney aveva 16 anni quando decise di compiere il folle gesto, cinque anni fa. Era apparsa da piccola come una ragazza solare, che amava stare in compagnia dei suoi familiari, ascoltare musica. Fino a quando, mentre frequentava la scuola secondaria, qualcosa dentro di lei si spense, perché continuamente sbeffeggiata, derisa ad ogni occasione, senza tregua.

    E il suicidio nel pieno dell’adolescenza è stato l’unico modo che la ragazza ha visto per liberarsi di quello che era diventato un peso insopportabile.

    “Quando accompagnavo Gail a scuola – ha raccontato la mamma di Gail, Paula, 51 anni – vedevo tutte ragazze entrare con acconciature e trucco perfetto. Ma Gail non voleva assomigliare a loro”. Era una colpa, quella, per i bulli, per i coetanei ignoranti, stupidi e violenti che decidevano di prenderla di mira. “Non le piaceva” essere come le altre. Ed “era una ragazzina incredibile. Aveva senso dell’umorismo, avrebbe fatto qualsiasi cosa per i suoi amici”.

    “Non avresti potuto avere un sorriso migliore”, ripete oggi la mamma. “Il suo viso illuminava, è quello che mi manca di più”, ha cconfessa la donna. “Ma quando ha iniziato la secondaria tutto ha iniziato a cambiare”.

    La mamma: “La chiamavano ‘grassa’ e ‘brutta’”

    Gail ha a subire le offese a 11 anni. “È stata vittima di bullismo durante tutta la sua vita scolastica”, ha ricordato la madre. “Era bassa e paffuta e l’hanno presa in giro perché non aveva né una vita stretta e capelli lunghi”. Hanno cominciato a chiamarla “grassa”, “brutta”, le hanno dato vari nomignoli. “Una volta qualcuno le ha lanciato dei soldi e le ha detto: ‘Perché non vai a prendere un’altra torta alla crema, grassa?'”.

    Una vicenda emblematica di una grave, allarmante, tendenza tra i giovanissimi. “In questi giorni non c’è scampo nemmeno per i bambini”, ha detto ancora Paula riferendosi ai contenuti che troppo spesso circolano su social network come Facebook e Instagram. “Gail è stata taggata in un video di un bambino vittima di bullismo, era circondato da circa 20 bambini e due o tre lo prendevano in giro”. “Succede continuamente, ovunque”.

    E non tutti rivelano le violenze di cui sono vittime. Anche Gail nascondeva gli atti che subiva, minimizzava il suo dolore, preoccupata di sconvolgere i suoi genitori. “Non ne abbiamo mai saputo nulla fino a molto tempo dopo. Teneva tutto per sé. Pensava che se non avesse rivelato nulla l’avrebbero lasciata stare”, dice Paula. Ma è andata diversamente. E la ragazza non ce l’ha fatta.

    The Sun fornisce anche dati sul tasso di suicidio di giovanissimi: tra le ragazze tra i 10 e i 24 anni sarebbero stati raggiunti livelli record, con un +83 per cento negli ultimi 6 anni.

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