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    Era stata abusata fin da bambina, a 27 anni è diventata poliziotta e ha arrestato il suo aguzzino

    Il colpevole è stato inchiodato dalle registrazioni di un colloquio avuto con l'agente ed è stato condannato all’ergastolo per i crimini commessi quindici anni prima

    Di TPI
    Pubblicato il 7 Set. 2016 alle 17:59 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:43

    Una ragazza che era stata vittima di abusi sessuali da parte di un familiare all’età di otto anni, è riuscita quindici anni più tardi a vedere il suo aguzzino dietro le sbarre, dopo essere diventata un’agente di polizia ed essere riuscita a registrare di nascosto la confessione dell’uomo.

    Erlis Joseph Chaisson, 47 anni, è stato condannato da una giuria del Texas all’ergastolo per abuso sessuale aggravato su un minore e atti indecenti con un minore e non potrà fare richiesta di libertà vigilata per i prossimi 42 anni.

    Chaisson ha abusato della vittima, che oggi è un’agente di polizia e ha 27 anni, per un periodo di quattro anni a partire da quando la ragazza aveva appena otto anni. É stato inoltre condannato per abusi su un altro bambino di otto anni in un caso separato venuto alla luce dopo l’arresto dell’uomo.

    Tutto grazie alla vittima, che ha deciso di diventare poliziotta per essere sicura che l’aguzzino finisse dietro le sbarre. Dopo aver parlato con Chaisson al telefono, i due hanno fissato un appuntamento. Quello che l’uomo non sapeva è che la ragazza, il cui nome non è stato reso noto per ragioni legali, aveva con sé un registratore e un collega in un’auto parcheggiata vicino stava ascoltando il loro dialogo.

    “L’uomo ha iniziato a parlare liberamente, come se si trovasse insieme al suo migliore amico”, ha raccontato la donna a un giornale americano. Durante la registrazione sono emersi tutti gli abusi di cui la ragazza è stata vittima, dalla masturbazione al sesso orale passivo. 

    Insensibile, Chaisson durante l’intera conversazione ha negato qualsiasi colpa, sostenendo di “essersi fermato prima di spingersi troppo oltre” e biasimando la ragazza, all’epoca ancora una bambina, per averlo provocato sessualmente. Un comportamento che indubbiamente ha aggravato la posizione dell’uomo, quando le registrazioni sono state riprodotte in aula.

    La ragazza ha spiegato che dopo aver tenuto con se questo “oscuro e profondo segreto”, mentre stava frequentando la scuola di polizia ha pensato: “Il mio lavoro sarà quello di proteggere le persone, ma come potrò farlo se non sono in grado di proteggere nemmeno me stessa?”.

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