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    Il punto sui candidati alle presidenziali francesi del 2017

    A 7 mesi dal voto, l’estrema destra favorita al primo turno, sinistra a rischio umiliazione, il centro destra diviso fra tre candidati e Macron terzo incomodo al centro

    Di TPI
    Pubblicato il 16 Nov. 2016 alle 18:16 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 00:36

    Il politico francese Emmanuel Macron ha annunciato mercoledì 16 novembre l’intenzione di candidarsi alle elezioni presidenziali francesi del prossimo anno. L’ex banchiere, che fino ad agosto aveva ricoperto l’incarico di ministro dell’Economia nel governo socialista del presidente François Hollande, correrà come indipendente.

    La sua candidatura probabilmente toglierà voti ai candidati dei due principali partiti tradizionali (socialisti e repubblicani) e nel primo turno potrebbe favorire la vittoria della candidata di estrema destra Marine Le Pen e contribuire all’umiliazione della sinistra.

    Da un lato, infatti, la candidatura di Macron frammenta le preferenze tra gli elettori di sinistra (il 49 per cento di loro aveva dichiarato di ritenere l’ex ministro come candidato ideale per il partito socialista, rispetto al 42 per cento che supporta l’attuale premier Manuel Valls e il 13 per cento a favore del presidente Hollande).

    Dall’altro potrebbe togliere voti al conservatore Alain Juppé, attualmente considerato il favorito nella corsa all’Eliseo e con posizioni centriste e pro-europeiste vicine a quelle di Macron (non a caso Juppé ha immediatamente attaccato il nuovo candidato ricordando come questi abbia pugnalato alle spalle Hollande con le sue dimissioni).

    Sebbene Macron, 38 anni, sia tra i politici francesi più amati, non ha mai ricoperto nessuna carica elettiva, non ha alcun apparato di partito a sostenerlo e potrebbe incontrare difficoltà durante la campagna elettorale. Il movimento politico fondato da Macron dopo la rottura ad agosto con Hollande, “In marcia”, finora ha raccolto 2,7 milioni di euro dalle donazioni di 6,400 soggetti.

    Macron non ha ancora illustrato nei dettagli il suo programma. Durante la conferenza stampa in cui ha annunciato la candidatura ha semplicemente spiegato che vuole combattere il sistema politico francese basato “sull’appartenenza a clan politici”.

    Secondo Macron il miglior modo per la Francia di affrontare le sfide della globalizzazione è una maggior integrazione con il resto dell’Europa, in contrasto con le politiche nazionaliste di molti avversari.

    L’altro candidato del centro destra, l’ex presidente francese Nicolas Sarkozy, invece, sta facendo campagna elettorale con un programma focalizzato sulla sicurezza, con l’obiettivo di conquistare l’elettorato di estrema destra di Le Pen. Ha proposto tra l’altro il servizio militare obbligatorio per i disoccupati diciottenni e maggiori garanzie per i poliziotti, da considerare presunti innocenti in caso di incidenti.

    A destra c’è poi “il terzo uomo”, l’ex primo ministro di Sarkozy dal 2007 al 2012, François Fillon, che sta rapidamente risalendo nei sondaggi e nelle preferenze tra gli elettori di centro destra in vista del primo turno delle primarie del partito repubblicano previste per domenica 20 novembre, in cui gli elettori dovranno scegliere tra Juppé, Sarkozy e, appunto, Fillon.

    Ma Marine Le Pen, continua a essere fiduciosa per una vittoria al primo turno e si è limitata ad attaccare Macron sostenendo che è il “candidato delle banche” e che non rischierà di togliere nemmeno un voto al Front National.

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