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    Puigdemont a Bruxelles con i ministri catalani dopo l’incriminazione

    Credit: AFP PHOTO / LLUIS GENE

    È cominciato ufficialmente il commissariamento della Catalogna. Per ora il procuratore generale Maza non ha chiesto l'arresto preventivo dell'ex presidente catalano, e attenderà che gli imputati siano sentiti dal giudice

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 30 Ott. 2017 alle 08:36 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 20:43

    Il governo spagnolo ha confermato che l’ex presidente della Catalogna Carles Puigdemont ha raggiunto Bruxelles. L’ex leader della Generalitat catalana sarebbe insieme ad altri membri del suo esecutivo, che è stato commissariato da Madrid dopo la dichiarazione unilaterale di indipendenza.

     

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    Ufficialmente Puigdemont è nella capitale belga per incontrare alcuni avvocati e i partiti fiamminghi, ma dal momento che l’ex presidente catalano oggi è stato ufficialmente incriminato, il viaggio somiglia a una fuga.

    Il ministro dell’immigrazione del Belgio in precedenza aveva definito l’ipotesi di asilo politico per Puigdemont in Belgio “non irrealistica”.

    Puigdemont è stato denunciato dalla procura generale per ribellione, sedizione e malversazione e rischia fino a 30 anni di carcere.

    Il procuratore generale spagnolo Juan Manuel Maza ha chiesto l’incriminazione per l’ex presidente catalano Carles Puigdemont e i suoi ministri. L’accusa è “ribellione” e “sedizione”. Con quest’ultimo termine si intende una sommossa violenta contro il potere costituito. Per ora il procuratore generale Maza non ha chiesto l’arresto preventivo dell’ex presidente catalano, e attenderà che gli imputati siano sentiti dal giudice per pronunciarsi su possibili misure cautelari.

    Intanto è cominciato ufficialmente il commissariamento della Catalogna dopo la dichiarazione d’indipendenza e la risposta del governo spagnolo che ne ha di fatto sospeso l’autonomia.

    “Abbiamo dato loro alcune ore per raccogliere gli oggetti personali con l’obiettivo di recuperare la normalità istituzionale il prima possibile, con la massima discrezione e seguendo il principio dell’intervento minimo”, aveva dichiarato questa mattina il ministro dell’interno spagnolo Juan Ignacio Zoido.

    Josep Rull, ex ministro per il territorio e la sostenibilità, e il leader catalano Carles Puigdemont si erano recati ugualmente in ufficio, come fosse un giorno normale. Ma sono stati immediatamente avvisati dalla polizia regionale, i Mossos d’Esquadra, che hanno comunicato il rischio per i due leader di essere accusati di “usurpazione di funzioni pubbliche”.

    Così, dopo avere postato su Twitter una foto al lavoro dietro alla sua scrivania, Josep Rull ha lasciato il suo ufficio.

    La presidente del Parlament catalano Carme Forcadell ha preso atto questa mattina ufficialmente del fatto che il parlamento catalano “è stato sciolto” e ha annullato la convocazione della riunione settimanale dell’ufficio di presidenza, inizialmente prevista per domani.

    In un’intervista all’agenzia AP, il ministro degli Esteri spagnolo, Alfonso Dastis, ha detto che Puigdemont potrebbe “teoricamente” candidarsi alle prossime elezioni in Catalogna, che si terranno a dicembre, se i giudici decideranno di lasciarlo libero.

    Dastis ha rilasciato queste dichiarazioni mentre a Barcellona si teneva una manifestazione con centinaia di migliaia di partecipanti in favore dell’unità spagnola, domenica 29 ottobre.

    Il primo ministro spagnolo, Mariano Rajoy, ha rimosso dall’incarico Puigdemont e il suo governo e ha indetto le elezioni regionali in Catalogna per il 21 dicembre. Il governo centrale di Madrid ha preso il controllo delle istituzioni catalane. Puigdemont ha dichiarato di non ritenere legittimo il provvedimento con cui è stato rimosso.

     

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