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    “Il re ci ha deluso, andremo avanti con il risultato del referendum”, il presidente catalano risponde a re Felipe

    Credit: Afp

    Puigdemont ha sottolineato che il risultato del referendum va rispettato. Lunedì il voto, e Madrid invia l'esercito in Catalogna

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 4 Ott. 2017 alle 21:35 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:02

    Il presidente catalano Puigdemont in un discorso televisivo la sera di mercoledì 4 ottobre ha detto di essere favorevole a una mediazione per risolvere la crisi in atto con Madrid dopo il referendum sull’indipendenza che si è tenuto il primo ottobre in Catalogna. Ma ha precisato che il governo spagnolo ha rifiutato di negoziare.

    In particolare il presidente della Catalogna ha avuto parole molto dure nei confronti di re Felipe VI, sottolineando come il re avrebbe dovuto rispettare tutti i catalani e avere un ruolo da moderatore, e invece secondo Puigdemont “non ha mai considerato la posizione della Catalogna, ma ha deciso semplicemente di sostenere il governo spagnolo, per annichilire il desiderio di sovranità del popolo catalano”.

    “Così no, Maestà!”, ha detto Puigdemont rompendo ogni cortesia istituzionale e rivolgendosi direttamente al capo dello Stato.

    “Mi voglio rivolgere direttamente a sua Maestà nella lingua che so che capisce, conosce e parla: così no”, ha infatti specificato Puigdemont in tv.

    Il presidente catalano ha inoltre sottolineato che il dialogo e l’accordo sono parte della cultura politica del popolo catalano, ma che il governo spagnolo finora non ha accettato nessuna delle offerte di negoziazione.

    “In questo momento serve la mediazione”, ha dichiarato. “Abbiamo ricevuto diverse offerte nelle ultime ore e ne riceveremo ancora. Tutti sanno che sono pronto a iniziare un procedimento di mediazione”.

     “Il mio governo sarà sempre impegnato a favore della pace, ma saremo risoluti. Speriamo che non vi siano provocazioni”.

    L’opzione di una negoziazione con Madrid, alla luce delle parole di Re Felipe, sembra per la Catalogna in realtà sempre più lontana. Le prossime mosse potrebbero essere ancor più tese ad acuire la frattura tra le parti.

    Il leader catalano è convinto che il governo della Catalogna deve applicare il risultato della consultazione.

    “Sono sicuro che nei prossimi giorni mostreremo il meglio del nostro paese quando le istituzioni catalane dovranno applicare il risultato del referendum”.

    Lunedì il voto del Parlamento per l’indipendenza

    La tensione tra Madrid e Barcellona è aumentata dopo che il partito autonomista catalano Cup ha annunciato che lunedì 9 il parlamento catalano voterà per l’indipendenza.

    L’esercito spagnolo ha inviato in Catalogna 15 camion carichi di attrezzature per dar manforte ai circa 10mila agenti di polizia e Guardia Civil che si trovano nella regione da giorni.

    L’invio di due convogli militari in Catalogna (ufficialmente per “supporto logistico”) fa pensare che Rajoy sceglierà di reagire con la linea dura. Intanto, il capo dei Mossos, la polizia catalana, è indagato per sedizione e sarà interrogato venerdì.

    “Il governo spagnolo non negozierà su nulla di illegale e non accetta ricatti”. È quanto si legge in una dichiarazione diramata dall’ufficio del premier spagnolo, Mariano Rajoy, subito dopo il discorso del leader catalano.

    “Se il signor Puigdemont vuole parlare o negoziare, o inviare dei mediatori, sa perfettamente cosa fare fare: tornare nella legalità, che non non abbandoneremo mai”, prosegue il comunicato aggiungendo che Puigdemont deve “ritirare la minaccia di secessione da Madrid”.

     

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