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    Crisi alle porte dell’Unione Europea: “Bimbo di un anno morto nella foresta al confine tra Bielorussia e Polonia”

    Migranti camminano con i loro bagagli di fronte al confine chiuso con la Polonia. Brusgi, Bielorussia, il 18 novembre. Credit: Ulf Mauder/dpa
    Di Redazione TPI
    Pubblicato il 19 Nov. 2021 alle 10:01

    Crisi alle porte dell’Unione Europea: “Bimbo di un anno morto nella foresta al confine tra Bielorussia e Polonia”

    Un bambino di un anno è morto in una foresta al confine tra Polonia e Bielorussia. Lo ha riportato da un’ong polacca che ha soccorso entrambi i genitori, siriani, trovati feriti ieri. Si tratterebbe della più giovane vittima della crisi al confine tra i due paesi dell’Europa orientale, dove da settimane migliaia di migranti tentano di entrare nell’Unione Europea sfidando temperature glaciali.

    “Intorno alle 2:26 ci è stato segnalato che almeno una persona aveva necessità di assistenza medica. Quando siamo arrivati ​​sul posto, abbiamo scoperto che tre persone erano rimaste ferite”, ha dichiarato ieri il Centro polacco per gli aiuti internazionali (Pcpm) su Twitter, aggiungendo che si trattava di un giovane con forti dolori addominali, affamato e disidratato,e di una coppia siriana. Secondo l’associazione, tutti e tre si trovavano nella foresta da un mese e mezzo. “L’uomo aveva una ferita al braccio e la donna era stata accoltellata alla gamba”, ha affermato in un altro tweet. “Il loro bambino di un anno è morto nella foresta”. Non è stata ancora confermata la causa della morte del bambino.

    Nelle scorse settimane, migliaia di persone sono ammassate al confine tra Bielorussia e Polonia, tentando di superare la recinzione tra i due paesi. Dall’inizio della crisi al confine tra Polonia e Bielorussia, almeno 13 persone sono morte, molte per assideramento.

    Una crisi che secondo l’Unione europea è stata orchestrata direttamente dal presidente bielorusso Alexander Lukashenko, spesso considerato l’ultimo dittatore d’Europa. Nelle ultime ore la crisi sembra essersi allentata, dopo che le autorità bielorusse hanno sgomberato alcuni dei principali campi dove i migranti si erano radunati al confine con la Polonia. Ieri dalla Bielorussia è partito un volo che ha portato più di 200 migranti a Erbil, nel Kurdistan iracheno, e a Baghdad.

    Tuttavia le autorità europee, che negli scorsi giorni hanno esteso il regime di sanzioni contro il regime di Lukashenko, hanno respinto una proposta di accogliere 2.000 migranti attualmente in Bielorussia, che ne rimpatrierebbe 5.000. “Se accogliessimo i rifugiati, se ci piegassimo alla pressione e dicessimo ‘stiamo portando i rifugiati nei paesi europei’, allora questo significherebbe implementare le basi stesse di questa perfida strategia”, ha detto il ministro dell’Interno tedesco Horst Seehofer.

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