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    Polonia, aborto vietato anche in caso di malformazione del feto: la sentenza della Corte costituzionale

    Le proteste contro la sentenza della Corte costituzionale polacca. Credits: Attila Husejnow/SOPA Images via ZUMA Wire
    Di Carmelo Leo
    Pubblicato il 23 Ott. 2020 alle 11:32

    Polonia, aborto vietato anche in caso di malformazione del feto

    Da oggi, in Polonia, è vietato l’aborto anche in caso di malformazione del feto: lo ha stabilito ieri la Corte costituzionale polacca, con una sentenza che dice che le donne che scelgono l’interruzione della gravidanza per gravi malformazioni del bambino violano la Costituzione. Si tratta di una decisione che impatterà molto sulla vita quotidiana delle persone: secondo le stime, infatti, circa il 98 per cento degli aborti in Polonia avviene per questa motivazione. Anche perché la legge locale sull’aborto – approvata nel 1993 – è già di per sé molto restrittiva. Basti pensare che, prima della sentenza di ieri, interrompere la gravidanza era permesso solo in tre casi: pericolo di vita per la madre, stupro o incesto e, appunto, grave malformazione del feto. La decisione è stata presa con grande sconforto dai movimenti femministi, che hanno organizzato manifestazioni di protesta davanti alla sede della Corte costituzionale. “E’ un giorno triste per i diritti delle donne”, ha scritto su Twitter Dunja Mijatović, commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa.

    L’abolizione dell’aborto per gravi malformazioni del feto ha ottenuto 11 voti favorevoli e solo due contrari. Nelle motivazioni della sentenza, i giudici polacchi hanno scritto che non può esserci tutela della dignità di un individuo senza la protezione della vita. A chiedere una pronuncia della Corte erano stati un centinaio di parlamentari, secondo i quali l’attuale legge era in contrasto con la Costituzione, che protegge la vita di ogni individuo. Non è la prima volta, infatti, che in Polonia nasce un dibattito sul tema: ad aprile scorso, la maggioranza guidata dal partito di estrema destra Diritto e Giustizia (PiS), appoggiata da diversi gruppi religiosi cattolici e dai vescovi vicini al governo, aveva presentato un progetto di legge per vietare l’interruzione di gravidanza in caso di malformazione del feto. La proposta era stata presentata dal comitato “Stop all’aborto”, presieduto dall’attivista pro-vita vicino all’estrema destra Kaja Godek, e aveva ricevuto il sostegno di circa 830mila firmatari. In quell’occasione, però, anche grazie alle proteste femministe il testo era stato rimandato in commissione.

    Adesso, invece, in Polonia l’aborto vietato in caso di malformazione del feto è diventato realtà. Secondo i numeri riportati dalle associazioni femministe, ogni anno tra 100mila e 200mila donne polacche ricorrono all’aborto clandestino o devono recarsi all’estero per interrompere la loro gravidanza per aggirare la legge locale.

    Leggi anche: Come funziona il diritto all’aborto nei vari paesi del mondo

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