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    Il più importante quotidiano d’opposizione dell’Ungheria ha chiuso

    I giornalisti licenziati hanno protestato davanti al parlamento contro la decisione dell’editore considerata politica a causa della posizione anti-Orban del quotidiano

    Di TPI
    Pubblicato il 10 Ott. 2016 alle 17:10 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 18:15

    Nuovi dubbi sulla libertà di stampa in Ungheria dopo che il più importante quotidiano d’opposizione e voce critica del governo di Viktor Orban ha chiuso, apparentemente per ragioni economiche.

    La decisione di sospendere la pubblicazione di Népszabadság da parte dei suoi editori di Mediaworks è stata giustificata con la necessità di trovare un modello di business sostenibile per risanare i conti.

    Il quotidiano era regolarmente il edicola la mattina di sabato 8 ottobre e in molti giornalisti hanno saputo di essere stati licenziati solo quando gli è stato negato l’accesso alla redazione.

    Domenica 9 ottobre, circa 2mila manifestanti si sono riuniti fuori dalla sede del parlamento per protestare contro la decisione, ritenuta politica e definita un “golpe”.

    Il primo ministro ungherese, il nazionalista Viktor Orban, in passato ha pubblicamente espresso il suo desiderio di instaurare una “democrazia illiberale” in Ungheria ed è stato accusato in più occasioni di aver tentato di interferire con la stampa. 

    Mediaworks aveva acquistato il controllo della maggioranza di Népszabadság un anno fa, dopo aver comprato la quota del partito socialista, che deteneva il 27,7 per cento delle azioni. 

    In una nota gli editori hanno parlato di gravi perdite del giornale, tali da giustificare la loro decisione: “Népszabadság ha perso negli ultimi dieci anni il 74 per cento di circolazione, corrispondente a più di 100mila copie”. 

    Ma i giornalisti, che sono stati licenziati, sono convinti che si tratti di una mossa politica. Alcuni giorni prima dell’improvvisa decisione, il quotidiano aveva pubblicato un’inchiesta che svelava accuse di corruzione nei confronti di un ministro del governo di Orban e si era schierato contro il referendum sulle quote dei migranti.

    “Sicuramente tenteranno di giustificare la scelta con ragioni commerciali, ma non è la verità. Népszabadság era il più grande dei quotidiani di qualità in Ungheria e tentava di difendere i valori della libertà, della democrazia, della libertà di espressione e della tolleranza”, ha detto un giornalista all’AFP.

    Anche il partito di estrema destra Jobbik ha dichiarato che, a loro avviso, la sospensione delle pubblicazioni è avvenuta per ragioni politiche.

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