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    Perché un documentario sulla corruzione in Russia è finito su Pornhub

    Dopo che un tribunale russo ha censurato il film dell'oppositore di Putin Alexey Navalny qualcuno lo ha caricato sul famoso sito di pornografia statunitense

    Di TPI
    Pubblicato il 3 Giu. 2017 alle 15:18 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 20:02

    Sul sito per adulti PornHub è comparso da qualche giorno il video-documentario realizzato dal blogger anti-Putin Alexei Navalny. Il filmato – che non ha al suo interno alcun contenuto pornografico – mostra l’oppositore russo perfettamente vestito mentre denuncia la corruzione dei funzionari russi, incluso il primo ministro Dmitry Medvedev.

    L’eloquente titolo del video è: “Russian Corrupted Politician Fucked Hard”.

    La pubblicazione del documentario sul sito arriva dopo che un tribunale russo ha emesso una sentenza contro Navalny censurando il suo documentario diffuso online.

    A causa del provvedimento i sostenitori del leader d’opposizione russo hanno quindi dovuto inventare vie alternative per far arrivare il loro messaggio. E lo hanno fatto sfruttando la visibilità del famoso sito pornografico statunitense, che non è sottoposto ad alcun blocco nel paese.

    Dopo il caricamento, PornHub ha contattato Navalny sul social media russo VKontakte, facendogli sapere di poter inviare ulteriori clip al suo sito. “Grazie, non lo cancellerò. Aiuterà molti cittadini a capire cosa fanno i funzionari corrotti al popolo russo”, ha risposto Navalny.

    Il documentario si concentra in particolare sul primo ministro russo Dmitry Medvedev, anche se a citare in giudizio Navalny è stato l’uomo d’affari Alisher Usmanov. Medvedev ha respinto le accuse dicendo che sono state “costruite”.

    In un’intervista con il sito statunitense Vox, il vicepresidente di Pornhub Corey Price ha spiegato che il sito è “una piattaforma video che funziona in modo molto simile a YouTube, in quanto gli utenti possono caricare i propri video, a patto che dispongano di un account e che il contenuto aderisca ai termini di servizio”.

    “Non abbiamo una posizione politica su Putin o il governo russo in generale”, ha precisato Price.

    Il documentario di Navalny è stato pubblicato a marzo 2017 e ha contribuito a portare alle proteste di massa durante le quali lo stesso Navalny è stato arrestato e poi rilasciato dal carcere. Il 27 aprile il capo dell’opposizione russa è stato aggredito con un anestetico verde, per fortuna senza conseguenze a lungo termine.

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