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    Perché il Togo è stato l’unico paese africano a votare con gli USA su Gerusalemme

    Il presidente del Togo Faure Essozimna Gnassingbé
    Di Stefano Mentana
    Pubblicato il 22 Dic. 2017 alle 14:57 Aggiornato il 28 Feb. 2023 alle 10:46

    Il 21 dicembre il Togo è stato l’unico paese africano a votare contro la risoluzione ONU che ha bocciato la decisione di Donald Trump di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele.

    Gerusalemme, città santa per Cristianesimo, Ebraismo e Islam, non è mai stata riconosciuta ufficialmente dalle Nazioni Unite come capitale israeliana, nonostante la decisione dello stato ebraico e il recente riconoscimento di Donald Trump.

    Prima della votazione al Palazzo di Vetro, il rappresentante permanente degli USA all’ONU, Nikki Haley, aveva avvisato che Washington avrebbe potuto far mancare il proprio sostegno finanziario ai paesi che avessero votato a favore della risoluzione. Nonostante questo, delle 193 nazioni ONU, solo nove paesi – tra cui gli Stati Uniti – hanno votato contro, mentre 128 hanno votato a favore, 35 si sono astenuti e 21 non hanno partecipato alla votazione.

    Al fianco degli Stati Uniti si sono schierati Israele, Guatemala, Honduras, Isole Marshall, Nauru, Micronesia, Palau e il Togo, unico paese africano tra questi. Israele intrattiene buoni rapporti con molti paesi africani, ma nonostante questo molti di essi hanno preferito astenersi sul voto di ieri.

    Apparentemente può dunque sembrare il nome più sorprendente quello del Togo tra i paesi che hanno sostenuto la posizione di Trump. La scelta è spiegabile però dai rapporti particolarmente positivi tra il paese africano e Israele. Il presidente Faure Gnassingbé ha infatti ospitato il vertice Africa-Israele a Lomé ed è stato in visita da Netanyahu nello stato ebraico. I buoni rapporti tra i due paesi sono stati dunque determinanti nel voto all’ONU del Togo.

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