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    Il parlamento dell’Etiopia ha approvato lo stato di emergenza

    Il primo ministro uscente dell'Etiopia Hailemariam Desalegn / Minasse Wondimu Hailu / Anadolu Agency

    I deputati etiopi hanno dato esecuzione al provvedimento del governo che vieterà le manifestazioni e la pubblicazione di contenuti che incitano alla violenza per sei mesi

    Di Gianluigi Spinaci
    Pubblicato il 2 Mar. 2018 alle 16:03 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 12:28

    Il 2 marzo 2018, il parlamento dell’Etiopia ha dato esecuzione al provvedimento di natura governativa che impone al paese africano lo stato di emergenza durante i prossimi sei mesi.

    Leggi anche: Cosa sta succedendo in Etiopia tra proteste e crisi politica: dichiarato lo stato d’emergenza

    Il parlamento etiope è stato convocato in una seduta straordinaria, approvando la misura con una larga maggioranza, dopo aver preso atto delle dimissioni del premier Hailemariam Desalegn.

    Come dimostrano però le crescenti tensioni interne sia nel paese sia all’interno del governo etiope, almeno 80 deputati hanno votato contro la norma, sostenendo che viola le libertà fondamentali della popolazione.

    Il parlamento di Addis Abeba è controllato per intero dal partito del Fronte Democratico Rivoluzionario dei Popoli Etiopi, che si è aggiudicato tutti i seggi disponibili alle ultime elezioni tenutesi nel 2015.

    Il 16 febbraio, il governo etiope aveva annunciato l’imposizione di uno stato di emergenza in tutto il paese per una durata di sei mesi.

    Una misura adottata nel tentativo di placare i disordini politici, sorti dalla richiesta di maggiore libertà e della fine delle discriminazioni da parte di diverse etnie.

    Siraj Fegessa, ministro della difesa etiope, aveva dichiarato che durante lo stato di emergenza non saranno ammesse manifestazioni né sarà permessa la circolazione di pubblicazioni che incitino alla violenza.

    Il partito di governo dovrà ora provvedere all’elezione di un nuovo presidente, che con ogni probabilità diverrà anche il prossimo primo ministro, dopo le dimissioni di Desalegn.

    L’ex premier aveva motivato questa decisione alla luce della grave situazione in corso nel paese e allo scopo di “aprire la strada a una tranquilla transizione di potere”.

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