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    Papa Francesco: “I migranti sono persone, non questioni sociali. Per Dio nessuno è straniero”

    Di Laura Melissari
    Pubblicato il 8 Lug. 2019 alle 11:41 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 20:19

    Papa Francesco migranti persone | “I migranti sono persone, non si tratta solo di questioni sociali o migratorie”. A dirlo è papa Francesco, che in una messa dedicata ai migranti e ai loro soccorritori lancia il duro monito.

    “I migranti sono prima di tutto persone umane, che oggi sono il simbolo di tutti gli scartati della società globalizzata”, ha detto il pontefice nella sua omelia, nel sesto anniversario della sua visita a Lampedusa.

    “O Dio, Padre di tutti gli uomini, per te nessuno è straniero, nessuno è escluso dalla tua paternità; guarda con amore i profughi, gli esuli, le vittime della segregazione, e i bambini abbandonati e indifesi, perché sia dato a tutti il calore di una casa e di una patria, e a noi un cuore sensibile e generoso verso i poveri e gli oppressi”, ha detto papa Francesco.

    Per papa Francesco i migranti sono proprio “gli ultimi”. “Gli ultimi ingannati e abbandonati a morire nel deserto; sono gli ultimi torturati, abusati e violentati nei campi di detenzione; sono gli ultimi che sfidano le onde di un mare impietoso; sono gli ultimi lasciati in campi di un’accoglienza troppo lunga per essere chiamata temporanea. Essi sono solo alcuni degli ultimi che Gesù ci chiede di amare e rialzare”.

    “Purtroppo le periferie esistenziali delle nostre città sono densamente popolate di persone scartate, emarginate, oppresse, discriminate, abusate, sfruttate, abbandonate, povere e sofferenti. Nello spirito delle Beatitudini siamo chiamati a consolare le loro afflizioni e offrire loro misericordia; a saziare la loro fame e sete di giustizia; a far sentire loro la paternità premurosa di Dio; a indicare loro il cammino per il Regno dei Cieli”, ha proseguito il pontefice.

    E papa Francesco non ha dubbi: i più deboli e vulnerabili devono essere aiutati. “Mi piace allora pensare che potremmo essere noi quegli angeli che salgono e scendono, prendendo sottobraccio i piccoli, gli zoppi, gli ammalati, gli esclusi: gli ultimi, che altrimenti resterebbero indietro e vedrebbero solo le miserie della terra, senza scorgere già da ora qualche bagliore di Cielo”, ha detto il papa, sottolineando come questa sia una responsabilità di tutti.

    “Una grande responsabilità, dalla quale nessuno si può esimere se vogliamo portare a compimento la missione di salvezza e liberazione alla quale il Signore stesso ci ha chiamato a collaborare”.

    “So che molti di voi, che sono arrivati solo qualche mese fa, stanno già aiutando i fratelli e le sorelle che sono giunti in tempi più recenti. Voglio ringraziarvi per questo bellissimo segno di umanità, gratitudine e solidarietà”, ha concluso poi rivolgendosi ai migranti presente nella basilica vaticana.

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