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    “Gli hanno fatto il lavaggio del cervello”: la madre di bin Laden parla per la prima volta 17 anni dopo l’11 settembre

    L'ex leader di Al Qaeda Osama Bin Laden. Credits: AFP

    A diciassette anni dall'11 settembre, la madre del fondatore di al Qaeda che architettò l'attacco alle Torri Gemelle concede la sua prima intervista

    Di Viola Stefanello
    Pubblicato il 11 Set. 2018 alle 08:00 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 20:24

    Prima di diventare il terrorista e fondamentalista islamico più famoso al mondo, Osama bin Muhammad bin ʿAwaḍ bin Lāden (meglio conosciuto semplicemente come Osama bin Laden) era il diciassettesimo figlio di un multimiliardario saudita.

    A sette anni dalla sua morte e a quasi diciassette dall’attentato alle Torri Gemelle di New York dell’11 settembre 2001, The Guardian intervista per la prima volta in assoluto la madre del fondatore di al Qaeda, la più nota organizzazione terroristica internazionale di stampo jihadista al mondo.

    Alia Ghanem, madre di Osama, ha continuato a vivere in Arabia Saudita per tutti questi anni. La famiglia bin Laden, molto benestante, è in stretti rapporti con la famiglia reale saudita.

    Alia vive oggi con i due figli rimasti in vita e il nuovo marito, il magnate Mohammed al-Attas, sposato nei primi anni ’60 poco dopo la nascita di Osama.

    La famiglia di Osama bin Laden resta un attore influente nella società saudita.

    Per tutti questi anni, Alia non ha concesso interviste ai giornalisti, un po’ per reticenza e un po’ per opposizione della famiglia reale saudita.

    Per parlare con i familiari del leader terrorista, il giornalista di The Guardian Martin Chulov, esperto di terrorismo e Medio Oriente, ha avuto bisogno dell’autorizzazione delle autorità del regno arabo, guidate dall’ambizioso erede al trono 33enne, il principe Mohammed bin Salman.

    L’ha incontrata nella città portuale di Gedda, nell’ovest del Paese, sul Mar Rosso.

    Alia Ghanem fotografata da David Levene per The Guardian.

    Cosa ha raccontato la famiglia di Osama bin Laden

    Alia Ghanem ha descritto Osama un “figlio che ha perso la propria strada”.

    “La mia vita è stata molto difficile perché era così lontano da me”, ha detto la madre di Bin Laden. “Era un bravissimo ragazzo e mi amava così tanto”.

    Nato nel 1957, fino alla metà degli anni ’70 Osama è stato un ragazzo dalla salute cagionevole, secondo la madre.

    La madre veniva da una  famiglia di alauiti di Latakia, in Siria, mentre il padre era un ricco uomo d’affari che ha avuto undici mogli e cinquantaquattro figli.

    Il leader di al Qaeda è stato allevato sin dall’età di 3 anni dal secondo marito della donna, Attas, che conferma al Guardian le parole della madre: “Era un bravo ragazzo”.

    “Era molto bravo a scuola”, dice la madre. “Gli piaceva davvero studiare”.

    Tutto è cambiato, secondo la madre, quando il figlio si è iscritto all’Università ReʿAbd al-ʿAzīz di Gedda, dove studiava economia e amministrazione aziendale. Alia Ghanem sostiene infatti che il cambiamento di Osama sia stato dovuto alle cattive amicizie.

    “Ha incontrato alcune persone che gli hanno fatto praticamente il lavaggio del cervello quando aveva poco più di 20 anni. Si può definire un culto”, ha detto la madre, denunciando il processo di radicalizzazione subito dal figlio tra le aule universitarie. “Ottenevano denaro per la propria causa”.

    Tra le cattive compagnie incontrate dal giovane c’era Abdullah Azzam, un membro dei Fratelli Musulmani che fu, in seguito, esiliato dall’Arabia Saudita e che divenne presto il consigliere spiritale di Osama.

    “Le persone all’università lo hanno cambiato”, dice Ghanem. “È diventato un uomo diverso”.

    E ricorda: “Gli dicevo sempre di stare lontano da queste persone, ma lui non avrebbe mai ammesso cosa stava facendo, perché mi amava così tanto”.

    Il figlio lasciò gli studi nel 1979 per andare a combattere con i mujaheddin in Pakistan, contro i sovietici che avevano invaso l’Afghanistan.

    “Tutti quelli che lo hanno incontrato nei primi tempi lo hanno sempre rispettato”, dice il fratello Hassan. “All’inizio, eravamo molto orgogliosi di lui. Persino il governo saudita lo trattava con rispetto, poi venne Osama, il combattente islamico”.

    Il fratellino di Osama, oggi, ha difficoltà a conciliare i propri sentimenti per il fratello. Come fratello maggiore, dice, gli ha sempre insegnato molto, “ma non penso di poter essere orgoglioso di lui come uomo, è diventato una superstar sul palcoscenico globale. E tutto per niente”.

    Quando si arriva a toccare il discorso del jihadismo, la madre di Osama bin Laden ricorda la propria incredulità. “Non mi è mai passato per la testa” che potesse diventare un terrorista, dice. “Siamo rimasti estremamente turbati quando lo abbiamo saputo. Non volevo che accadesse nulla di tutto ciò. Perché ha dovuto buttare via tutto così?”.

    L’ultima volta che la famiglia dice di aver visto il figlio Osama è stato in Afghanistan nel 1999. Quell’anno, dicono, gli avevano fatto visita due volte in una base appena fuori Kandahar. Un anno prima c’erano stati gli attentati di al Qaeda alle ambasciate statunitensi in Tanzania e in Kenya. C’erano stati oltre 200 morti.

    “Era un posto vicino all’aeroporto che avevano conquistato ai russi”, dice Ghanem. “Era molto felice di riceverci”.

    Quando hanno sentito degli attentati dell’11 settembre, il fratello di bin Laden racconta del proprio shock. “Rimasi sconvolto”, dice, perché consapevole fin dalle prime ore che era stato il fratello.

    “Dal più piccolo al più vecchio, ci vergognammo tutti di lui. Sapevamo tutti che avremmo dovuto confrontarci con conseguenze terribili. Tutti i membri della nostra famiglia all’estero fecero ritorno in Arabia Saudita”, spiega.

    Il resto è una storia conclusasi il 2 maggio 2012 ad Abbottabad, in Pakistan.

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