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    L’Onu senza soldi, 37 mila stipendi a rischio: tra i debitori anche gli Usa di Trump

    Il palazzo di vetro a New York, sede delle Nazioni Unite

    Mancano circa 230 milioni di euro

    Di Maria Teresa Camarda
    Pubblicato il 10 Ott. 2019 alle 08:51 Aggiornato il 10 Ott. 2019 alle 11:46

    L’Onu senza soldi, 37 mila stipendi a rischio: tra i debitori anche gli Usa

    Onu senza soldi, non ha quasi più un dollaro in cassa. Adesso, l’Organizzazione delle Nazioni unite rischia di non avere nemmeno i soldi per pagare i 37 mila stipendi dei suoi dipendenti. Il problema è che ben 64 dei 193 Paesi he ne fanno parte non hanno versato i contributi dovuti ogni anno, creando un buco di 230 milioni di dollari.

    “A fine mese raggiungeremo la punta più profonda del deficit dell’ultimo decennio. A novembre potremmo non avere abbastanza soldi liquidi per garantire gli stipendi. Il nostro lavoro e le nostre riforme sono in pericolo a causa della grave penuria di liquidità”, spiega il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres.

    L’Onu corre il rischio di finire le riserve di liquidità entro la fine di ottobre e di non poter pagare il personale e i fornitori”, ha detto ancora Guterres, sottolineando però come sono ricorrenti queste crisi di liquidità vissute dall’Onu.

    Anche se 129 su 193 Stati hanno pagato le loro quote annuali regolari, l’ultimo dei quali è la Siria, ha detto il portavoce del Segretario generale, Stéphane Dujarric, altri devono pagare la loro “urgentemente e completa”. Questo è l’unico modo per evitare la bancarotta che potrebbe interrompere le operazioni Onu in corso nel mondo.

    Alla fine di settembre, solo il 70 per cento del contributo totale dell’esercizio era stato versato, rispetto al 78 per cento dello stesso periodo dell’anno scorso. A partire dall’8 ottobre, gli Stati membri hanno stanziato 1,99 miliardi di euro nell’ambito del bilancio.

    In attesa che gli insolventi – tra i quali gli Stati Uniti, tenuti a contribuire per il 22 per cento – adempiano ai loro doveri, l’Organizzazione è corsa ai ripari limitando le spese. Se l’Organizzazione non avesse “controllato le sue spese complessive dall’inizio dell’anno”, il disavanzo di cassa in ottobre avrebbe raggiunto i 600 milioni di euro, il che significa che non ci sarebbe stata abbastanza liquidità per pagare l’Assemblea Generale e le riunioni ad alto livello del mese scorso.

    Il Segretario generale si affida quindi agli Stati membri ”per risolvere senza ulteriori ritardi i problemi strutturali alla base di questa crisi annuale”.

    La reazione di Donald Trump

    Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, nell’ultimo discorso all’Assemblea generale ha sottolineato la sua ostilità nei confronti dell’Onu. “Il futuro non appartiene ai globalisti”, ha detto. E il tycoon stavolta ha reagito alle parole di Guterres con un tweet: “Fate pagare tutti i Paesi membri dell’Onu, non solo gli Stati Uniti”.

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