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    Obama critica Regno Unito e Francia per la gestione della Libia dopo il conflitto del 2011

    Il presidente degli Stati Uniti ha attaccato David Cameron e Nicolas Sarkozy definendoli “scrocconi” (“free riders”) e "distratti" rispetto alla situazione libica

    Di TPI
    Pubblicato il 11 Mar. 2016 alle 17:39 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 03:09

    Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha criticato in un’intervista a The Atlantic l’operato del premier britannico David Cameron e dell’ex presidente francese Nicolas Sarkozy per il caos in cui è sprofondata la Libia dopo le operazioni militari contro Gheddafi nel 2011.

    Secondo il capo della Casa Bianca Gran Bretagna e Francia si sarebbero comportate come alleati “scrocconi” (“free riders”), impazienti di trascinare gli Stati Uniti in complessi conflitti settari che talvolta hanno poco a che fare con gli interessi americani, e senza “pagare la loro quota”.

    Obama ha rimproverato a Cameron di essere stato troppo “distratto” dalle questioni domestiche per occuparsi seriamente della Libia nei mesi successivi all’intervento, e a Sarkozy di essersi solo interessato a sfruttare elettoralmente i bombardamenti invece di assicurare la pacificazione del Paese nordafricano e la nascita di un nuovo governo.

    “È stato un errore il mio sostegno all’intervento Nato, in parte motivato dal fatto che mi sarei aspettato, vista la vicinanza della Libia, un impegno maggiore di Londra e Parigi soprattutto nella gestione del follow up”, ha riconosciuto il presidente degli Stati Uniti.

    I commenti di Obama arrivano in una fase delicata nella crisi libica, mentre la sua amministrazione sta discutendo su un intervento militare più esteso per impedire alle milizie dell’Isis di guadagnare terreno in una nazione ancora priva di un unico governo centrale.

    Ma le taglienti dichiarazioni hanno anche lo scopo di difendere il candidato di punta dei democratici, Hillary Clinton, nella corsa alla Casa Bianca, affinché possa smarcarsi dagli attacchi dei repubblicani per l’instabilità che ha seguito l’intervento contro Gheddafi, da lei voluto quando era segretario di Stato.

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