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    Nuove accuse contro Hillary Clinton: le mani sul partito prima della nomination alla Casa Bianca

    Clinton avrebbe stretto un accordo con il Comitato nazionale democratico per aiutare sul piano economico il partito ancor prima di riuscire a ottenere ufficialmente la nomination alla Casa Bianca

    Di Giuseppe Loris Ienco
    Pubblicato il 3 Nov. 2017 alle 10:01 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 00:33

    Hillary Clinton avrebbe assunto il controllo totale sul Partito democratico in cambio di finanziamenti al comitato direttivo ancor prima di vincere la nomination per le elezioni presidenziali del 2016, perse contro il candidato repubblicano Donald Trump.

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    L’accusa arriva da Donna Brazile, ex presidentessa del Comitato nazionale democratico, principale organo di direzione del partito, in un estratto del suo nuovo libro diffuso giovedì 2 novembre da Politico.

    In base a quanto stabilito da Brazile, Clinton avrebbe stretto un accordo con il Comitato nazionale democratico per aiutare sul piano economico il partito ancor prima di riuscire a ottenere ufficialmente la nomination alla Casa Bianca alle primarie.

    Secondo l’accordo, Hillary Clinton avrebbe firmato un prestito di due milioni di dollari all’organizzazione di governo del Partito democratico gravato dai debiti, sfruttando una lacuna nel codice di finanziamento della campagna per trasformare il partito in una vera e propria “camera di compensazione”.

    Il patto avrebbe permesso agli addetti della campagna elettorale di Clinton di prendere a tutti gli effetti il controllo del partito e delle sue finanze molto prima della vittoria alle primarie democratiche, favorendo la sua nomination su quella del suo principale rivale, il senatore del Vermont Bernie Sanders.

    I supporter di Sanders hanno a lungo avanzato dubbi sulla neutralità dei membri del Comitato nazionale democratico, nonostante anch’egli avesse firmato un accordo sui finanziamenti per la campagna.

    Donna Brazile ha ricordato così il momento in cui ha comunicato a Bernie Sanders la scoperta: “Soffrivo mentre lo chiamavo. Mantenere questo segreto era contrario a tutti i miei principi come donna e funzionario pubblico”.

    “Buongiorno senatore. Ho portato a termine la mia revisione sulle azioni del Comitato nazionale democratico e ho trovato il cancro. Ma non ucciderò il paziente”.

    Brazile ha definito l’accordo “non illegale, ma senza dubbio immorale”: “Se la competizione fosse stata neutrale, gli organizzatori della campagna non avrebbero preso il controllo del partito prima della decisione degli elettori sul candidato da portare alle presidenziali. Non si è trattato di un gesto criminale ma, dal mio punto di vista, ha compromesso la credibilità del Partito democratico”, ha aggiunto l’ex presidentessa del Comitato nazionale democratico.

    L’anno scorso Donna Brazile è stata criticata dopo la diffusione di email di membri del Comitato nazionale democratico hackerate rivelatrici di atteggiamenti eccessivamente favorevoli nei confronti di Hillary Clinton.

     

     

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