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    La Nigeria rifiutò l’aiuto del Regno Unito per salvare le ragazze rapite da Boko Haram

    Secondo quanto rivela il quotidiano The Observer, l'allora presidente Goodluck Jonathan respinse l'intervento, considerando quel rapimento una questione interna

    Di TPI
    Pubblicato il 5 Mar. 2017 alle 15:10 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:46

    La Nigeria rifiutò l’aiuto delle forze armate britanniche nella ricerca delle 276 studentesse nigeriane rapite dal gruppo militante islamico Boko Haram. L’allora presidente Goodluck Jonathan respinse l’intervento straniero, considerando il rapimento delle ragazze una questione interna. Lo rivela il quotidiano britannico The Observer.  

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    In una missione chiamata Operazione Turus l’aviazione britannica, la Raf, condusse per vari mesi ricognizioni aeree nel nord del paese, alla ricerca delle ragazze di Chibok, rapite nell’aprile del 2014.

    “Ci siamo offerti di salvarle, ma il governo nigeriano ha rifiutato”, ha rivelato al quotidiano una fonte della Raf. 

    Secondo fonti dell’aviazione, le ragazze subito dopo il rapimento erano state disperse in piccoli gruppi. 

    Chibok si trova nello stato di Borno, nel nord-est della Nigeria. Oggi 195 delle ragazze risultano ancora disperse. Quelle che erano riuscite a fuggire dai rapitori hanno raccontato di ogni genere di torture, riduzione in schiavitù, stupri, e matrimoni forzati. 

    “Sono i servizi di intelligence e militari della Nigeria che devono risolvere il problema”, aveva detto Jonathan in un incontro con rappresentanti del Regno Unito il 15 maggio 2014.

    In un documento su un incontro ad Abuja che risale al settembre 2014 tra il consigliere della sicurezza nazionale nigeriana e James Duddridge, l’ex sottosegretario di Stato presso il Ministero degli Esteri britannico, viene Operazione Turus aveva avanzato al punto dove erano le opzioni in discussione salvataggio. A pochi minuti dal un incontro il mese successivo Tra generale maggiore James Chiswell e Jonathan accennato alla frustrazione sentita da Coloro che cercano di indurre qualche azione dalla Nigeria.

    Il governo nigeriano non ha risposto alle richieste di commento.

    Jonathan si era attirato numerose critiche in patria e all’estero per il modo poco risoluto con cui aveva affrontato quel rapimento, che grande eco aveva avuto in tutto in mondo.

    Il governo aveva risposto con grande lentezza a quell’episodio. Il governatore dello stato del Borno, Kashim Shettima, criticò Jonathan pubblicamente per non essersi interessato alla vicenda con tempestività.

    Jonathan si era anche schierato contro la campagna internazionale #BringBackOurGirls, definendola una “manipolazione” delle vittime dell’attentato.

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