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    New York Times: “In Italia un governo schifoso, ma come Trump ha capito la rabbia della gente”

    Il premier Giuseppe Conte e il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio

    Il prestigioso quotidiano, in un editoriale, ha attaccato Lega e M5s, riconoscendo però come sia stato il fallimento dell'Europa e della globalizzazione a portare i due partiti al governo

    Di Luca Serafini
    Pubblicato il 5 Giu. 2018 alle 11:07 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 00:04

    Il New York Times è stato il primo giornale ad aver sollevato il caso del curriculum “gonfiato” del premier Giuseppe Conte.

    In un articolo pubblicato il 21 maggio scorso, e firmato dal corrispondente in Italia Jason Horowitz, il giornale aveva reso noto che, secondo la New York University, il nome di Giuseppe Conte non risultava negli archivi, nonostante il presidente del Consiglio avesse scritto nel curriculum di aver frequentato l’ateneo.

    Ora il prestigioso quotidiano della Grande Mela sferra un altro attacco all’esecutivo M5s-Lega, stavolta attraverso la penna dell’editorialista Roger Cohen.

    Il governo che si è appena insediato, a parere di Cohen, riunisce “bigottismo e incompetenza a un livello inusitato”. Si tratta di “un branco di miserabili sollevati dalla marea antiliberale globale”.

    Questi giudizi a dir poco pesanti vengono snocciolati dall’autore lungo tutto il corso dell’articolo. “Detesto chi addita lo straniero e l’immigrato come causa di tutti i guai della nazione, capro espiatorio”.

    “Non vedo nulla nella Lega e nel Movimento Cinque Stelle che non mi faccia ribrezzo”, aggiunge Cohen.

    Eppure, l’editoriale si trasforma ben presto in un atto d’accusa nei confronti delle istituzioni europee. Cohen ammette che Salvini e Di Maio “hanno ragione”, perché “proprio come Trump hanno saputo intuire e intercettare l’ira rabbiosa della gente che i liberali hanno ignorato”.

    Questo perché “tre decenni di globalizzazione hanno lasciato indietro troppe persone nelle democrazie occidentali, persone affamate di speranza e prive di voce, dando l’impressione che il sistema fosse in mano alle élite di Bruxelles”.

    “Fino a quando le democrazie occidentali non affronteranno i loro fallimenti – prosegue Cohen – la marea della rabbia popolare non diminuirà”.

    Cohen ha attaccato in particolare le politiche dell’Ue sui migranti. Come riconosciuto anche dalla Cancelliera tedesca Angela Merkel, del resto, l’Italia è stata lasciata sola nell’affrontare questa emergenza, con le inevitabili ricadute in termini di consenso guadagnato dai partiti populisti.

    In ogni caso, per Cohen, la democrazia va rispettata, e la cosa migliore per l’Europa è che “questo governo perda sostegno attraverso il fallimento delle sue politiche”.

    “So bene – scrive l’editorialista – che anche Hitler fu nominato cancelliere nel 1933 dopo un’elezione democratica. Ma l’Unione europea ha delle istituzioni progettate per evitare che un singolo paese possa andare da solo sulla via del nazionalismo, del misticismo e del razzismo che in passato hanno portato la Germania, e con lei tutta l’Europa, alla rovina”.

    L’Italia, conclude Cohen, “ha un governo schifoso che però alla fine potrebbe rivelarsi positivo per l’Europa”.

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