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    Naufragio nel Mediterraneo, 5 morti tra cui due bambine siriane e 21 sopravvissuti

    Una piccola imbarcazione di legno è naufragata a circa 22 miglia dalle coste libiche. I sopravvissuti sono 21

    Di TPI
    Pubblicato il 19 Ago. 2016 alle 15:56 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 22:56

    Una piccola imbarcazione di legno è naufragata a circa 22 miglia dalle coste libiche provocando la morte di almeno 5 persone. I loro corpi sono stati recuperati. Tra loro vi erano due bambine siriane di 8 mesi e 5 anni.

    Secondo i 21 sopravvissuti, soccorsi da Proactiva Open Arms, a bordo viaggiavano 27 persone prima che l’imbarcazione si capovolgesse, lasciando in mare 6 persone. Il gruppo era composto da 8 famiglie siriane che viaggiavano insieme nel mar Mediterraneo.

    L’equipaggio della Phoenix, una missione congiunta MOAS-Croce Rossa Italiana, che era sulla rotta per un altro salvataggio, si è imbattuto nei corpi dei deceduti in mare, recuperando successivamente i corpi di due donne, un uomo, e una neonata, mentre un peschereccio ha recuperato il corpo della bambina di cinque anni e lo ha consegnato all’equipaggio MOAS-CRI. L’ultimo dei 6 corpi invece non è stato trovato.

    I 21 sopravvissuti e i cinque deceduti sono stati trasferiti sulla nave MOAS Responder che sta navigano verso Trapani dove arriverà domani mattina, alle ore 10, con un totale di 304 persone a bordo. La Phoenix invece arriverà a Catania domani alle 11 per sbarcare 234 persone.

    Questo incidente è avvenuto a circa un anno dal tragico anniversario della morte di Aylan Kurdi (il bambino siriano morto sulla spiaggia turca). 

    “È molto triste e frustrante essere testimoni della tragica perdita di vite umane in mare, in particolare quella di un bambino così piccolo. È tempo che la comunità internazionale faccia i conti con questa realtà e trovi subito vie sicure e legali per coloro che sono più vulnerabili affinché possano avvalersi dei diritti e delle tutele cui hanno diritto”, ha detto la cofondatrice del MOAS Regina Catrambone.

    Dall’inizio del conflitto armato in Siria nel 2011, è stimato che 50mila bambini hanno perso la vita. Secondo l’UNHCR, tra gennaio e giugno 2016, i bambini hanno rappresentato il 27 per cento di tutti gli arrivi in ​​Europa.

    “Come operatori umanitari, stiamo continuando il nostro lavoro salvando vite in mare, ma questo non è sufficiente. Dobbiamo mettere pressione sui nostri governi perché agiscano rapidamente. Non c’è più tempo da perdere. Le persone stanno continuando a morire durante le traversate nel Mediterraneo e questo significa che le condoglianze ufficiali e le lacrime dei governi dopo ogni tragedia sono solamente ipocrite, false e inutili. La Comunità internazionale non ha aggredito le cause che portano ai flussi migratori, come le guerre e la fame. C’è un bisogno immediato di accesso umanitario in ogni parte del viaggio e di vie sicure e legali di arrivo per evitare altre tragedie”, ha dichiarato il presidente nazionale di Croce Rossa Italiana e vicepresidente della Federazione Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, Francesco Rocca.

    Il video del salvataggio: 

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