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    I militari italiani potrebbero essere schierati a Raqqa

    Credit: US Dept of Defense

    A dichiararlo è stata la ministra della Difesa Roberta Pinotti, impegnata in una visita negli Stati Uniti in cui ha discusso con il capo del Pentagono James Mattis dell'impegno italiano nel teatro mediorientale e nel Mediterraneo

    Di Andrea Lanzetta
    Pubblicato il 12 Lug. 2017 alle 10:00 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 00:45

    I militari italiani, già impegnati in Iraq nella difesa della diga di Mosul, potrebbero essere inviati anche a Raqqa, una volta che la capitale del sedicente Stato Islamico sarà stata liberata e se le condizioni politiche sul campo dovessero cambiare. A dichiararlo è stata la ministra della Difesa Roberta Pinotti in una intervista al quotidiano La Stampa.

    “Per allargare la nostra azione bisognerà vedere se si chiarisce la questione politica in Siria, quali truppe addestrare, e su che base”, ha dichiarato la ministra. “Nell’ambito di una possibile chiarificazione delle condizioni, le forze in campo, e il percorso politico, potremmo valutare un contributo”, ha aggiunto la Pinotti.

    Martedì 11 luglio, la ministra della Difesa ha incontrato il capo del Pentagono James Mattis. Il vertice ha riguardato in particolare l’impegno dell’Italia nel teatro mediorientale e nel Mediterraneo.

    “L’Italia e’ tenuta in grande considerazione”, ha dichiarato la ministra a margine dell’incontro. “Abbiamo analizzato tutti gli scenari sul tavolo: la crisi del Golfo, l’Arabia Saudita, il Qatar, la questione Corea del Nord, quindi Afghanistan, Iraq, Libia e Siria”, ha aggiunto la Pinotti. “È stato un ragionamento a 360 gradi”, ha detto la Pinotti.

    Riguardo il teatro iracheno, entrambi i leader politici si sono detti soddisfatti per la recente riconquista di Mosul e, in particolare, il segretario Mattis ha voluto rivolgere un ringraziamento ai carabinieri italiani, impegnati nella città irachena. Proprio riguardo la missione italiana in Iraq, il ministro Pinotti e il capo del Pentagono hanno discusso di un suo potenziale allungamento.

    “Abbiamo dato la disponibilità ad aumentare il numero dei carabinieri rimodulando la missione, che ora conta 1400 militari in tutto mentre, attualmente, i carabinieri sono un centinaio” ha detto la Pinotti.

    Per quanto riguarda la Libia, la cui stabilità è fondamentale per l’Italia, la ministra italiana e il segretario Mattis hanno confermato piena unità di intenti. “C’e’ la consapevolezza che l’Italia sia il paese che ha maggiori conoscenze sul campo e gli Stati Uniti condividono il nostro obiettivo, ossia stabilizzare la Libia”, ha dichiarato la ministra della Difesa.

    In questo senso la Pinotti ha sottolineato con particolare soddisfazione l’impegno già promesso da diversi paesi del nord Europa e degli Stati Uniti a trasformare il comando Nato di Napoli in un hub strategico per la difesa del confine meridionale d’Europa e nell’ambito della lotta al terrorismo.

    Un altro teatro militare importante che vede impegnate sia Washington sia Roma è l’Afghanistan. Qui al momento non è previsto un aumento delle truppe italiane. “I nostri soldati sono circa 950 e siamo già tra i contributori più importanti, i secondi dopo gli Stati Unit”, ha dichiarato la ministra. La richiesta statunitense non avrebbe infatti riguardato un aumento dell’impegno italiano in termini quantitativi ma qualitativi. Potrebbero infatti essere messi a disposizione addestratori specializzati per formare le truppe afgane.

    Durante l’incontro si è discusso anche di Corea del Nord, tema su cui la ministra italiana ha confermato la vicinanza del governo di Roma agli Stati Uniti. La Pinotti ha quindi incontrato il capo della commissione Difesa del Senato degli Stati Uniti, John McCain con cui ha discusso di temi militari.

    Il 12 luglio, la Pinotti incontrerà a New York il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Gutures.

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