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    Altri due naufragi al largo della Libia, decine di morti

    Due imbarcazioni sono naufragate nel Mediterraneo giovedì 27 agosto. La Guardia costiera libica ha ritrovato 80 cadaveri e tratto in salvo circa 198 persone

    Di TPI
    Pubblicato il 28 Ago. 2015 alle 13:05 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 22:59

    Almeno 80 persone sarebbero morte nel naufragio di due imbarcazioni al largo delle coste libiche, secondo quanto ha dichiarato un ufficiale della Croce Rossa.

    Le due imbarcazioni erano salpate dalla città di Zuwarah, a ovest di Tripoli, la capitale della Libia, nella giornata di giovedì 27 agosto e trasportavano complessivamente circa 500 migranti.

    Oltre ad aver ritrovato più di 80 cadaveri, la Guardia costiera libica avrebbe tratto in salvo almeno 198 persone. Cento migranti circa sarebbero invece ancora dispersi.

    La prima imbarcazione è naufragata nelle prime ore della giornata di giovedì 27 agosto e trasportava 50 migranti. La seconda, affondata poco dopo, ne trasportava almeno 400. 

    Secondo quanto riportato dal corrispondente per il nord Africa della Bbc, la Libia non è sufficientemente equipaggiata per condurre le operazioni di ricerca e salvataggio in mare. Le barche a disposizione della Guardia costiera libica sarebbero molto piccole. 

    Finora, almeno 147 dei migranti tratti in salvo sarebbero stati portati in un campo di detenzione per clandestini a Sabratha, nel nordest di Tripoli. Provengono dall’Africa sub-sahariana, dal Pakistan, dalla Siria, dal Marocco e dal Bangladesh.  

    Le coste di Zuwarah, a pochi chilometri dal confine con la Tunisia, rappresentano i principali punti da cui i trafficanti libici fanno salpare ogni giorno centinaia di migranti, in fuga dai rispettivi Paesi e dirette verso l’Europa.

    Secondo le Nazioni Unite, circa 2.400 migranti sono morti quest’anno mentre tentavano di raggiungere l’Europa attraversando il Mediterraneo. Dei sopravvissuti, circa 100mila hanno raggiunto le coste dell’Italia, mentre altri 160mila sono sbarcati su quelle della Grecia.

    L’Onu ha definito le stragi nel mar Mediterraneo come la più grave crisi umanitaria dopo la seconda guerra mondiale.

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