Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Esteri
  • Home » Esteri

    Accordo con la Libia, Tavolo Asilo: “Il memorandum non si rinegozia, si straccia”

    L'appello alla politica è stato presentato oggi, a Roma, in una conferenza stampa alla quale hanno partecipato anche i giornalisti Francesca Mannocchi e Nello Scavo

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 30 Ott. 2019 alle 16:39 Aggiornato il 30 Gen. 2020 alle 17:34

     

    Accordo Italia-Libia, Tavolo Asilo: “Il memorandum non si rinegozia”

    “Il memorandum con la Libia deve cambiare radicalmente, oggi il Pd lo chiederà al ministro Di Maio al question time”.

    Lo dice il segretario del Pd Nicola Zingaretti riferendosi, a Radio Capital, agli accordi con Tripoli sui migranti. “Io – aggiunge – non ho mai creduto al disimpegno unilaterale. la soluzione non è scappare dagli scenari di crisi. Questo governo deve darsi con più chiarezza una politica sulle migrazioni: il pre-accordo di Malta va allargato ad altri paesi, bisogna poi fare i corridoi umanitari”, conclude.

    Le parole del segretario Pd arrivano nel giorno in cui le organizzazioni che fanno parte del Tavolo Asilo chiedono al governo di non rinnovare il Memorandum con la Libia, che sarà automaticamente prorogato per altri tre anni il prossimo 2 novembre.

    L’appello alla politica è stato presentato oggi, a Roma, in una conferenza stampa alla quale hanno partecipato anche i giornalisti Francesca Mannocchi e Nello Scavo.

    Il 2 novembre 2019 si rinnoverà automaticamente l’accordo tra Italia e Libia sui migranti, stipulato tra il governo Gentiloni e quello di Tripoli guidato da Serraji nel febbraio 2017.

    Il Memorandum d’Intesa, che porta la firma dell’allora ministro dell’Interno Marco Minniti, se non arriverà una revoca del governo, proseguirà grazie al tacito assenso, per i prossimi 3 anni.

    A sottoscrivere l’iniziativa sono 26 organizzazioni, tra cui A Buon Diritto, Acli, Action Aid, Amnesty International Italia, Arci, Asgi, Avvocato di strada, Casa dei diritti sociali, Centro Astalli, Cir, Cnca, Comunità di S. Egidio, Emergency, Federazione Chiese Evangeliche in Italia, Intersos, Mèdecins du Monde Missione Italia, Oxfam, Save the Children Italia, Senza confine.

    Sempre oggi, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, ha presto parte a un Question time alla Camera sull’accordo Italia-Libia.

    “Il Governo intende lavorare per modificare in meglio i contenuti” del memorandum Italia-Libia sui migranti. Lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

    “Proporrò di convocare una riunione della commissione congiunta italo-libica, prevista dall’articolo tre del memorandum. In particolare dovremo favorire un’ulteriore coinvolgimento delle Nazioni Unite, della comunità internazionale e delle organizzazioni della società civile per migliorare l’assistenza ai migranti salvati in mare e le condizioni dei centri”, ha proseguito il titolare della Farnesina.

    Tra le modifiche che potrebbero essere apportate vi è quindi quella di garantire l’accesso alle organizzazioni umanitarie e all’Onu all’interno dei centri di detenzione libici e in generale di migliorarne le condizioni. Tra le modifiche vi è anche quella di chiedere l’intervento delle Nazioni Unite per investire in programmi alternativi alla detenzione, come ad esempio contributi per l’alloggio dei rifugiati, come scrive Annalisa Camilli su Internazionale. In ogni caso le modifiche dovrebbero essere approvate anche da Tripoli e non rivoluzionerebbero lo spirito di fondo dell’accordo.

    TPI ha raccolto le voci di Oxfam, Arci, InterSos e Amnesty International Italia: alcune delle organizzazioni che oggi fanno appello al governo e chiedono di stracciare il memorandum.

    Cesare Fermi di Intersos valuta l’accordo “gravissimo dal punto di vista umanitario, chiediamo per questo un negoziato serio”.

    Cosa prevede il controverso accordo tra Italia e Libia per bloccare i migranti
    Ora più che mai la Libia non è un porto sicuro: i centri per migranti di Tripoli sono un inferno
    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version