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    Michael Moore torna a sopresa con un documentario anti-Trump

    Il regista statunitense, da sempre bandiera della sinistra con film come Fahrenheit 9/11 e Bowling a Columbine, ha presentato un nuovo film: Michael Moore in TrumpLand

    Di TPI
    Pubblicato il 19 Ott. 2016 alle 13:24 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:33

    Michael Moore, il documentarista statunitense da sempre
    bandiera della sinistra con film come Fahrenheit
    9/11
    (dedicato all’11 settembre e alla presidenza Bush) o Bowling a Columbine (sulla mania tutta
    americana per le armi da fuoco) è tornato a sorpresa con un nuovo film, Michael Moore in TrumpLand, realizzato per contrastare la corsa alle presidenziali americane del candidato dei repubblicani Donald Trump.

    Il documentario è stato annunciato martedì 18 ottobre senza
    alcuna campagna pubblicitaria precedente, ed è stato proiettato gratuitamente la
    sera stessa presso il cinema IFC di New York, dove gli spettatori presenti
    hanno anche avuto occasione di partecipare a una conversazione con l’autore.

    Nel film si vede Moore impegnato in uno one man show teatrale in Ohio, uno dei cosiddetti “swing states” gli stati con la
    maggiore percentuale di indecisi – per convincere i cittadini che ancora non si sono schierati, o quelli che hanno già preso posizione
    in favore di Trump, a votare per la candidata democratica Hillary Clinton.

    Moore ha dichiarato: “Ero in Inghilterra nella
    settimana prima della Brexit per promuovere il mio ultimo film. Tutti i
    sondaggi dicevano che non sarebbe successo. Si sbagliavano”. Il regista prende spunto da quella sgradita sorpresa per spiegare la sua necessità di offrire il
    proprio supporto nella lotta al milionario candidato alla presidenza.

    Lo stesso Moore non è sempre stato un fedele supporter di Clinton, avendo sostenuto il suo avversario Bernie Sanders alle
    primarie del Partito Democratico, ma di fronte alla possibilità di una vittoria
    di Trump ha sentito di dover fare tutto quel che poteva per sostenere la
    candidatura della ex first lady.

    Il documentario è stato completato in tempo
    record, circa undici giorni, e il regista ha terminato il montaggio alle 7 del
    mattino del giorno della prima proiezione pubblica.

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