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    Medvedev accusa gli Stati Uniti di combattere una guerra economica contro la Russia

    Credit: Reuters/Sergei Karpukhin

    Il primo ministro russo ha commentato con un intervento su Facebook le nuove sanzioni imposte a Mosca dal Congresso degli Stati Uniti

    Di Andrea Lanzetta
    Pubblicato il 3 Ago. 2017 alle 13:22 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 20:01

    Secondo Dimitrij Medvedev, le nuove sanzioni alla Russia, imposte dal Congresso e firmate dal presidente Donald Trump, sono una dichiarazione di guerra economica su vasta scala contro il suo paese.

    Il primo ministro russo, nonché ex presidente dal 2008 al 2012, ha aggiunto, in un intervento su facebook, che queste misure non solo dimostrano l’impotenza di Donald Trump, che sarebbe stato umiliato dal proprio parlamento, ma rappresentano anche un passo indietro nelle relazioni tra Washington e Mosca.

    Le nuove misure mirano a fare pressioni sulla Russia per le sue azioni in Ucraina orientale. La nuova legislazione limita infatti la quantità di denaro che i cittadini statunitensi possono investire in progetti energetici ed economici russi e rende più difficile per le aziende statunitensi fare affari con Mosca.

    L’iniziativa del Congresso ha poi anche imposto nuove sanzioni all’Iran e alla Corea del Nord. Teheran ha già risposto che considera le nuove misure una violazione degli accordi sul nucleare.

    “Il pacchetto di sanzioni mette fine alle speranze di migliorare le relazioni con la nuova amministrazione degli Stati Uniti”, si può leggere sul profilo di Medvedev.

    Il primo ministro russo si è poi detto pessimista riguardo il futuro rapporto tra Washington e Mosca. “Il regime delle sanzioni è stato codificato e rimarrà in vigore per decenni a meno che non avvenga un miracolo”.

    Medvedev ha interpretato la mossa del Congresso come un tentativo di esautorare il presidente Trump. “Questo cambia i rapporti di potere negli Stati Uniti”.

    Lo stesso Donald Trump, obbligato a firmare la legge del Congresso – il provvedimento è stato approvato con una maggioranza così larga che il presidente, anche volendo, non avrebbe potuto porre il veto – aveva definito il testo “significativamente imperfetto”.

    Secondo la Casa bianca infatti, la nuova legislazione conterrebbe addirittura misure incostituzionali, in quanto le sanzioni sarebbe così estese da violare la libertà dello stesso presidente di incontrare alcuni funzionari stranieri.

    Il voto del Congresso ha acuito le differenze e la distanza tra Donald Trump e il suo partito. Il senatore repubblicano Lindsey Graham infatti ha elogiato l’approvazione delle sanzioni.

    “Il presidente Putin ha fatto qualcosa che nessun altro in America poteva fare, ha unito il Congresso”, ha detto il senatore all’emittente televisiva statunitense CNN.

    La firma arriva due giorni dopo la decisione della Russia di allontanare 755 diplomatici americani in risposta all’inasprimento delle sanzioni statunitensi.

    Anche le reazioni di alcuni paesi europei come la Germania non sono state entusiaste del nuovo regime di sanzioni, ma il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker si è detto soddisfatto di un testo che ha recepito le preoccupazioni delle istituzioni del vecchio continente.

    “Il Congresso degli Stati Uniti si è  impegnato ad applicare sanzioni solo dopo che essersi consultato con gli alleati del paese e credo che siamo ancora alleati degli Stati Uniti”, ha detto Juncker.

    – LEGGI ANCHEPutin ha annunciato che 755 diplomatici degli Stati Uniti dovranno lasciare la Russia

     

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