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    Un chirurgo in India ha estratto quaranta coltelli dallo stomaco di un uomo

    Il paziente ha detto ai medici che negli ultimi mesi sentiva “un incontrollabile bosogno” di mangiare lame

    Di TPI
    Pubblicato il 22 Ago. 2016 alle 15:48 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 23:19

    Un chirurgo indiano ha rimosso quaranta coltelli di metallo dallo stomaco di un paziente, che si è giustificato dicendo di aver avuto “un incontrollabile bisogno” di mangiare le lame.

    É successo nel nord dell’India, dove un uomo di 42 anni – Jarnail Singh – si era recato all’ospedale della città di Gurdaspur dicendo di accusare dolori addominali e debolezza. 

    Quando i medici lo hanno visitato, hanno scoperto decine di coltelli all’interno dello stomaco dell’uomo, che è stato operato d’urgenza.

    Il paziente si è giustificato dicendo di averli mangiati negli ultimi due mesi “perché apprezzava il loro sapore”.

    L’uomo non sembra soffrire di specifiche malattie mentali. Potrebbe trattarsi di un caso di Pica, descritto dal Journal of the American Board of Medicine come “un compulsivo bisogno di mangiare sostanze non nutritive”. Sebbene la sindrome sia conosciuta dall’antichità, i medici non sono ancora riusciti a trovare una spiegazione scientifica.

    Il chirurgo che lo ha operato ha definito il caso come il più curioso e scioccante nella sua ventennale carriera.

    “Quando abbiamo iniziato a visitarlo, ci siamo resi subito conto che c’era qualcosa di strano”, ha raccontato ai media il dottore.

    “Abbiamo fatto un’analisi con gli ultrasuoni e abbiamo scoperto una massa solida nel suo stomaco, che inizialmente pensavamo fosse un cancro. Poi il paziente ci ha detto che negli ultimi mesi aveva avuto un incontrollabile bisogno di mangiare coltelli”.

    Dopo cinque ore di operazione i coltelli sono stati estratti e il paziente sarà dimesso nei prossimi giorni.

    Il paziente ha anche aggiunto che “non lo farà più”.

    (Qui sotto: il risultato dell’analisi con gli ultrasuoni del paziente che ha ingerito coltelli).

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