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    Macron taglia l’italiano nelle scuole francesi: in 7mila firmano la petizione per fargli cambiare idea

    Credti: Ludovic MARIN / AFP
    Di Clarissa Valia
    Pubblicato il 29 Apr. 2019 alle 21:28 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 23:30

    La decisione del governo di Emmanuel Macron di dimezzare i posti per insegnare l’italiano in Francia e il taglio rischia di creare un’ulteriore spaccatura nei rapporti tra Italia e Francia.

    Contro questa mossa del presidente francese è stata lanciata una petizione che ha già superato le 7.500 firme. Sottoscritta da intellettuali e scrittori francesi e italiani, la raccolta firme ha l’obiettivo di fare cambiare idea a Macron sulla nuova riforma del sistema scolastico.

    “La storia della Francia e quella dell’Italia sono strettamente legate da moltissimo tempo, e l’amicizia franco-italiana è il risultato non solo dei fecondi scambi economici tra i due paesi, ma anche della loro storia culturale. Se l’Italia continua ad essere il secondo partner commerciale della Francia, l’insegnamento dell’italiano in Francia è però colpito molto severamente dalla nuova riforma del liceo, che scombussola l’insegnamento di una terza lingua vivente”, hanno dichiarato i firmatari.

    Il 2 giugno il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella farà visita ad Amboise, per celebrare insieme al presidente francese il cinquecentenario della morte di Leonardo da Vinci, che morì nel 1519.

    Tra gli intellettuali che hanno sottoscritto la petizione Andrea Camilleri, Marc Lazar, Dacia Maraini.

    “Il numero dei posti messi a concorso conosce da un paio d’anni una caduta senza precedenti: negli ultimi due anni, all’agrégation esterna (il concorso per gli insegnanti universitari) questo numero è stato dimezzato (con soli 5 posti nel 2019), e quello del Capes esterno (il concorso per insegnare nelle scuole) è passato da 28 a 16. I posti erano ancora 35 nel 2016, 2015, 2014, e 64 nel 2013. Nessun’altra lingua vivente, nello stesso periodo, ha subito amputazioni tanto violente”, recita l’appello rivolto al ministro dell’Istruzione, Jean-Michel Blanquer.

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