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    La Macedonia considera la possibilità di cambiare nome

    Lo ha riferito il premier Nikola Grueski che vorrebbe porre fine alla disputa sul nome con la Grecia

    Di TPI
    Pubblicato il 17 Dic. 2015 alle 11:42 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 17:45

    Il primo ministro della Macedonia Nikola Gruevski ha dichiarato di essere disposto a valutare la possibilità di cambiare nome al proprio Paese, in modo di porre fine a una disputa con la Grecia lunga oltre 20 anni che ha logorato i rapporti tra i due Paesi confinanti.

    Nel 1991, infatti, la Macedonia dichiarò la propria indipendenza dalla Jugoslavia e prese questo nome. La Grecia, tuttavia, non accettò di buon grado la cosa, dal momento che Macedonia è il nome di una storica regione del nord del Paese, di cui era originario Alessandro Magno, uno dei più celebri greci della storia noto anche come Alessandro il Macedone.

    I greci, per questa ragione, chiamano la Repubblica di Macedonia Fyrom, che sarebbe la sigla di Former Yugoslavian Republic of Macedonia, ovvero ex repubblica iugoslava di Macedonia.

    Il primo ministro macedone Grueski ha riferito al quotidiano britannico Guardian di essere disponibile a riaprire il dialogo con la Grecia sul nome del Paese, chiarendo però che ogni cambio di denominazione dovrà per forza di cose passare attraverso un referendum popolare.

    La Grecia ha sempre accusato la Macedonia di appropiarsi di gran parte del patrimonio culturale greco, non solo per il nome. Ad Alessandro Magno, ad esempio, è stato dedicato l’aeroporto della capitale macedone Skopjie, così come il sole di Vergina che campeggia sulla bandiera della repubblica ex iugoslava è un simbolo proveniente dalla cultura greca.

    Il tutto quando la Macedonia è uno stato la cui storia è legata principalmente ai popoli slavi e non alla cultura ellenica.

    La disputa sul nome è qualcosa che va oltre il patrimonio culturale. Per via di questa, infatti, la Grecia ha posto il veto nei confronti dell’ingresso della Macedonia sia nell’Unione europea che nella Nato.

    Nell’ultimo anno, tuttavia, non sono mancati i segnali che lasciano pensare a una lenta ma possibile soluzione della crisi tra i due paesi. Grecia e Macedonia hanno dovuto, ad esempio, affrontare insieme la crisi dei migranti attraverso il corridoio balcanico.

    Lo scorso giugno, inoltre, il ministro degli Esteri greco Nikos Kotzias si è recato in visita in Macedonia e ha riferito che la Grecia vorrebbe che tutti i suoi vicini entrassero a far parte dell’Unione europea.

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