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    Alta tensione a Los Angeles, Trump invia 700 marines. Il governatore Newsom: “Abuso di potere”

    Credit: AGF

    Quarto giorno di proteste nella città californiana con le manifestazioni che si sono allargate anche ad altre città statunitensi

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 10 Giu. 2025 alle 11:59

    Caos a Los Angeles dove le proteste contro la politica anti-immigrazione dell’amministrazione Trump vanno ormai avanti da quattro giorni. Il presidente Usa, che aveva invitato la polizia ad arrestare “chiunque indossi una mascherina”, ha disposto l’invio di 700 marines. Una decisione criticata dal governatore della California, Gavin Newsom, che ha dichiarato: “I Marines statunitensi hanno prestato servizio onorevolmente in numerose guerre per difendere la democrazia. Sono eroi. Non dovrebbero essere schierati sul suolo americano, di fronte ai propri connazionali, per realizzare la folle fantasia di un presidente dittatoriale. Questo è antiamericano”. Newsom, poi, ha annunciato che farà causa a Donald Trump per il dispiegamento della Guardia Nazionale: “Uno sfacciato abuso di potere, contro il quale faremo causa. Le corti e il Congresso devono agire, il bilanciamento dei poteri si sta sgretolando. C’è una linea rossa e la stanno superando”.

    Le proteste, partite da Los Angeles, si stanno allargando anche ad altre città tra cui San Francisco, Atlanta, Seattle, Dallas, Louisville e New York dove diverse persone, come riferisce la Cnn, sono state arrestate. Nel frattempo, la segretaria per la Sicurezza Interna degli Stati Uniti, Kristi Noem, si è impegnata a effettuare ulteriori operazioni per arrestare i presunti trasgressori delle leggi sull’immigrazione, estendendo la repressione. Le proteste sono iniziate dopo le retate anti-migranti dell’Immigration and Customs Enforcement. Il centro di Los Angeles è stato definito una “zona di assembramento illegale” mentre la tensione è salita quando la polizia della città californiana ha allontanato tutti i membri di una troupe della Cnn con le mani dietro la schiena. “È una cosa che non mi aspettavo, semplicemente perché siamo stati qui tutto il giorno. Abbiamo seguito un sacco di proteste – ha dichiarato il giornalista Jason Carroll – Di solito gli agenti si rendono conto che la stampa è lì a fare il suo lavoro”.

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