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    Cosa mancherà dell’Ue ai britannici dopo la Brexit

    Nel giorno dei 60 anni dai Trattati di Roma i cittadini britannici manifestano per chiedere di mantenere i privilegi dei paesi membri dell'Unione europea

    Di Laura Stahnke
    Pubblicato il 25 Mar. 2017 alle 12:33 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 22:36

    Il 25 marzo 2017 l’Unione europea compie 60 anni e i leader di 27 paesi membri si sono riuniti a Roma per l’occasione. Grande assente della giornata sarà Theresa May, la leader britannica che nei prossimi giorni darà ufficilamente inizio alle pratiche per uscire dall’Ue.

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    Lo stesso giorno a Londra migliaia di remainers e cittadini europei residenti nel Regno Unito si riuniranno in una manifestazione diretta al parlamento per celebrare gli aspetti positivi del far parte dell’Unione europea e per chiedere a gran voce di mantenere molti dei diritti acquisiti negli ultimi 60 anni grazie all’Europa.

    La decisione di abbandonare l’Unione è stata presa in seguito al referendum del giugno scorso che ha visto una risicata maggioranza (52 per cento) di ‘leavers’ votare per un Regno Unito fuori dall’Europa.

    Sia durante la campagna precedente al referendum che nei mesi che hanno seguito il voto, il fronte dei ‘remainers’ ha posto l’accento sugli aspetti positivi del far parte dell’Unione europea, che al momento non è ancora chiaro se verranno mantenuti in seguito all’uscita dall’Unione.

    Primo fra tutti vi è il diritto di cittadinanza europea. I cittadini dei 28 paesi membri dell’Unione godono infatti di una serie di diritti, quali la libertà di spostamento e di impiego, in ogni paese dell’Ue. Questa libertà negli ultimi decenni ha visto milioni di europei trasferirsi in altri paesi membri senza dover preoccuparsi di visti e permsessi di soggiorno.

    L’Unione europea si fa inoltre carico di finanziare università e progetti inter-universitari facilitando la circolazione di idee e lo sviluppo della ricerca accademica all’interno dei 28 paesi membri. Sovvenziona progetti di mobilità studentesca come l’Erasmus: nei trent’anni dal lancio del primo bando, sono stati milioni gli studenti europei che hanno ricevuto un finanziamento europeo per passare parte del proprio percorso accademico in una delle 4mila università all’interno della rete dei progetti di scambio.  

    Altro grande vantaggio del far parte dell’Unione europea è l’assenza di frontiere commerciali e dazi doganali: il commercio tra i 28 paesi non prevede restrizioni, rendendo quindi più facile vitalizzare l’import-export all’interno dell’Unione. Non solo, l’Unione europea ha negoziato accordi commerciali con paesi terzi di cui ogni stato membro può usufruire. L’assenza di dazi doganali all’interno dell’Europa e i trattati commerciali con paesi terzi hanno portato a una proliferazione dell’economia in molti dei paesi membri e alla creazione di milioni di posti di lavoro.  

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