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    Libia, Conte riceve a sorpresa Haftar. Salta incontro con Serraj, Salvini: “Conte è pericoloso incapace”

    L'Italia si sfila dal documento finale al Cairo: troppo duro contro Turchia-Serraj

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 8 Gen. 2020 alle 15:52 Aggiornato il 8 Gen. 2020 alle 22:38

    Libia, Conte incontra a sorpresa Haftar

    Vertice a sorpresa sulla Libia a Palazzo Chigi. Il premier Giuseppe Conte ha ricevuto oggi, mercoledì 8 gennaio, Khalifa Haftar, che da oltre quattro anni contende a Fayez Al Serraj il controllo sul Paese nordafricano. L’incontro è durato circa tre ore. Il summit non era in agenda e questo fa pensare a una possibile svolta nelle difficili trattative sul conflitto libico.

    Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha espresso al generale Haftar la forte preoccupazione per la continua escalation sul terreno in Libia e ribadito la ferma condanna per l’attentato all’Accademia militare di Tripoli. Lo rendono noto a Palazzo Chigi. “Nel rilevare i rischi per la stabilità dell’intera regione, ha sottolineato che l’unica soluzione sostenibile è quella politica e ha pertanto invitato a rinunciare all’opzione militare”.

    In un primo momento era circolata l’ipotesi che anche Al Serraj sarebbe arrivato in giornata a Roma per incontrare Conte (in via separata rispetto a Haftar), ma con il passare delle ore è emerso che il premier del Governo di Accordo nazionale non sarebbe venuto. Secondo alcune indiscrezioni Al Serraj avrebbe cancellato l’incontro perché infastidito dalla fuga di notizie e dalla concomitante presenza a Palazzo Chigi dello stesso Haftar.

    “Il premier libico bidona Conte e se ne torna a casa? Pazzesco, Conte è davvero un pericoloso incapace”, ha commentato il leader della Lega Matteo Salvini. “Per una semplice questione di protocollo, prima ancora che di politica, prima si riceve un capo di governo riconosciuto, dopo un generale. Dilettanti allo sbaraglio!”.

    Oggi Serraj ha incontrato a Bruxelles, in Belgio, l’Alto rappresentante per la Politica estera dell’Unione europea, Josep Borrell, e il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Secondo una traduzione non ufficiale, il premier di Tripoli ha definito “molto produttive” le discussioni di oggi con i “responsabili europei”. Inizialmente sembrava che Serraj avrebbe fatto tappa a Roma sulla via del ritorno, ma il programma, come detto, ha poi subito delle variazioni e il vertice con Conte è saltato.

    Libia, l’Italia si sfila dal documento finale al Cairo

    Intanto, l’Italia non ha firmato la dichiarazione conclusiva del vertice sulla Libia che si è tenuto sempre oggi, a Il Cairo, in Egitto, giudicandola troppo sbilanciata.

    Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha invitato alla moderazione al fine di non spaccare l’Ue. Durante la riunione Di Maio “si è battuto per smussare la dura posizione degli altri Paesi nei confronti della Turchia e di Sarraj”.  “Il processo di Berlino non ci deve vedere sbilanciati da una sola parte”, ha sintetizzato il titolare della Farnesina.

    Prima del Tavolo, il ministro aveva sottolineato la sua contrarietà al riavvio della missione Sophia: “Pensiamo invece che servano misure serie per attivare e soprattutto far rispettare un embargo complessivo via terra, via aerea e via mare nel Mediterraneo. Bisogna smetterla di vendere armi, bisogna fermare ogni interferenza esterna in Libia”, ha scritto sulla sua pagina Facebook Di Maio.

    In Libia si continua a combattere

    In Libia, intanto, proseguono i combattimenti. Nei giorni scorsi le milizie guidate da Haftar hanno lanciato l’offensiva su Sirte: la città costiera in un primo momento sembrava caduta nelle mani del Signore della Cirenaica, ma secondo media russi le truppe del governo di Al Serraj l’avrebbero già riconquistata. Il Governo di Tripoli ha incassato negli ultimi giorni l’ok agli aiuti militari dalla Turchia: proprio oggi il presidente turco Erdogan ha inviato in Libia il primo contingente di 35 uomini in supporto ad Al Serraj. Haftar, dal canto suo, ha fatto sapere di essere già pronto a marciare verso Misurata.

    Al Serraj è premier del Governo di Accordo nazionale, l’unico formalmente riconosciuto dalla comunità internazionale, con sede a Tripoli, sostenuto in particolare da Turchia e Qatar. Haftar controlla invece le province orientali del Paese e gode dell’appoggio di Russia, Francia, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti.

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