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    Liberia: arrestato oppositore del presidente Weah. Scontri e proteste

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 6 Giu. 2019 alle 20:05 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 07:51

    Liberia: arrestato oppositore del presidente Weah. Scontri e proteste 

    Liberia arrestato oppositore Weah – Sono giorni concitati in Liberia, dove scontri e manifestazioni si sono registrati in seguito all’arresto di un membro dell’opposizione al governo del presidente liberiano, l’ex calciatore George Weah (qui il suo profilo).

    I fatti hanno avuto inizio mercoledì 5 giugno quando Yekeh Kolubah, tra gli organizzatori di una grande manifestazione contro Weah in programma venerdì 7 giugno, è stato arrestato dalla polizia nella sua abitazione, nella contea di Montserrado.

    Il politico è accusato di aver ordinato ai suoi uomini della scorta di picchiare, sino a ucciderlo, un uomo.

    Mentre Kolubah veniva portato via dalla macchina della polizia, diversi suoi sostenitori si sono subito riversati in strada, tentando anche di bloccare il veicolo e di impedire dunque l’arresto dell’uomo.

    Il fatto è stato documentato in un video, pubblicato su Youtube.

    Oggi, giovedì 6 giugno, Kolubah è stato rilasciato dalla polizia, ma ormai le proteste avevano già preso il via con numerosi manifestanti che si sono diretti al quartier generale della polizia a Monrovia, la capitale del Paese africano.

    A loro si sono uniti anche diversi studenti di una vicina università statale.

    Per evitare che i manifestanti si avvicinassero alla sede della polizia, gli agenti hanno cominciato a lanciare gas lacrimogeni, mentre i manifestanti hanno risposto con un lancio di pietre, costato, ad alcuni di loro, l’arresto.

    Intanto, c’è preoccupazione per la grande manifestazione di protesta contro il presidente Weah organizzata per venerdì 7 giugno da diverse associazioni della società civile e appoggiata dai partiti dell’opposizione.

    Scopo della protesta è quello di chiedere misure utili per ridurre la crisi economica che attanaglia il paese, colpito dall’inflazione a causa del crollo del valore della valuta nazionale, una maggiore lotta alla corruzione e l’istituzione di un tribunale che giudichi i responsabili del conflitto che tra il 1989 e il 2003 ha provocato la morte di oltre 25mila persone.

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