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    Le frontiere dopo Schengen

    Cosa rimane dei vecchi posti di blocco ai confini degli stati europei, adesso che i loro cittadini possono spostarsi liberamente?

    Di Stefano Mentana
    Pubblicato il 24 Nov. 2014 alle 12:30 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 02:26

    Dopo la firma del trattato di Schengen, che sanciva il diritto di libera circolazione di persone attraverso gli stati dell’Unione Europea, i posti di blocco alle frontiere dei Paesi sono caduti in disuso.

    Oggi cosa resta di loro? Se lo è chiesto il fotografo Ignacio Evangelista, che è tornato in quei luoghi ricchi di storia, da cui un tempo passava il flusso di persone in entrata o in uscita da uno Stato.

    La maggior parte dei posti di blocco di frontiera è rimasta abbandonata e sta per essere inghiottita dalla natura circostante. Alcuni sono diventati bersaglio di vandali, pochi altri invece sono stati riconvertiti e rinnovati.

    Evangelista ha chiamato il progetto “After Schengen”, dopo Schengen, e parla dei simboli di un’Europa che non esiste più. 

     

     

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