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    È guerra tra Israele e Hamas: pioggia di razzi su Tel Aviv e Gaza. Morte 2 donne israeliane e 28 palestinesi

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 10 Mag. 2021 alle 21:29 Aggiornato il 11 Mag. 2021 alle 23:06

    È guerra tra Israele e Hamas: pioggia di razzi su Tel Aviv e Gaza

    Alta tensione in Medio Oriente dopo il lancio di razzi da Gaza verso Gerusalemme, che ha provocato l’immediata risposta di Israele con un raid sulla Striscia. Si fa sempre infatti sempre più duro lo scontro tra Israele e Hamas, che arriva a coinvolgere anche Tel Aviv. L’organizzazione palestinese ha annunciato di aver lanciato 130 razzi verso la seconda città israeliana, dove si sono udite le sirene e si è registrato un ferito. Poche ore prima Israele aveva distrutto un palazzo della Striscia, dove si trovavano uffici di Hamas. Da una parte ci sono 28 morti (anche “dieci bambini”, secondo le autorità di Gaza) e 175 feriti, tra cui importanti comandanti delle fazioni armate palestinesi. In Israele si contano invece due vittime. Entrambe donne, sono state colpite da un razzo che ha centrato un edificio ad Ashkelon. I feriti, solo in questa città, sono più di 70, mentre l’intera popolazione del sud di Israele è costretta nei rifugi. Intanto il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato: “Continueremo ad attaccare Gaza con tutta la forza. Hamas e la Jihad islamica pagheranno un prezzo molto pesante per la loro belligeranza”. Parole simili quelle usate dal ministro della Difesa israeliano Benny Gantz: “Abbiamo attaccato centinaia di obiettivi, ed è solo l’inizio. Ai leader del mondo dico: nessun Paese sovrano potrebbe mai accettare che si apra il fuoco contro i suoi centri abitati. Abbiamo il diritto ed il dovere di agire”.

    Dopo una giornata di violenti conflitti, il bilancio ufficiale è di 30 morti: 28 palestinesi, inclusi 10 bambini, e due israeliani. Intanto mentre il primo ministro israeliano ha detto che non ci sarà alcuna pausa, anzi la frequenza degli attacchi aumenterà, Hamas si è detto  “pronto” ad affrontare l’intensificazione dell’offensiva israeliana nella striscia di Gaza. Ad affermarlo è Ismail Haninyeh, il capo di Hamas, in un’intervista alla televisione. “Se (Israele) vuole un’escalation, la resistenza è pronta e se vuole fermarsi siamo pronti anche noi”, ha detto, chiedendo alle forze di sicurezza israeliane di ritirarsi dalla Spianata delle Moschee a Gerusalemme.

    La Casa Bianca condanna gli attacchi missilistici di Hamas contro Israele e chiede di evitare una ulteriore escalation. Il sostegno del presidente Joe Biden “per la sicurezza di Israele e il suo legittimo diritto a difendersi e a difendere la sua gente è fondamentale e non verrà mai meno. Condanniamo gli attacchi missilistici in corso da parte di Hamas e da parte di altri gruppi terroristici anche contro Gerusalemme – dichiara la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki – siamo inoltre contro l’estremismo che ha inflitto violenza a entrambe le comunità”.

    Intanto un altro razzo ha colpito un autobus a Holon, appena a sud di Tel Aviv. Quattro persone sono state ferite a Holon, compreso l’autista dell’autobus che è in condizioni critiche. Altre tre persone erano in condizioni moderate dopo essere state ferite nell’attacco, compreso un bambino di cinque anni. Nel frattempo, l’aeroporto di Tel Aviv è stato chiuso per gli attacchi. L’Autorità aeroportuale ha annunciato che ha fermato “i decolli dall’aeroporto Ben Gurion per consentire la difesa dei cieli nazionali”.

    Lo Stato Ebraico ha colpito oltre 130 obiettivi militari nell’enclave palestinese e ha soprannominato l’operazione ‘Guardiano delle Mura’, presumendo che i combattimenti proseguiranno per diversi giorni. Un’operazione che ha però provocato 28 morti palestinesi, tra cui anche 10 bambini, e 153 feriti. Attacchi massicci dell’aviazione di Israele, come riferisce il portavoce militare, Hidai Zilberman, precisando che sono entrati in azione 80 velivoli, compresi gli F-35.

    Fonti militari citate dai media israeliani riferiscono invece di 15 miliziani di Hamas uccisi mentre otto compagnie di riservisti della guardia di frontiera israeliana sono state richiamate in servizio. Nella notte a Lod, città a 15 chilometri da Tel Aviv, un arabo israeliano è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco.

    Cosa è accaduto: la ricostruzione

    Secondo quanto ricostruito, tutta ha avuto inizio nel pomeriggio di lunedì 10 maggio con un lancio di missili, almeno sei secondo i testimoni, che da Gaza sono stati lanciati verso la zona centrale di Israele.

    A Gerusalemme e dintorni sono risuonate immediatamente le sirene d’allarme con la polizia che ha evacuato la Knesset, il Parlamento israeliano, e la Città Vecchia di Israele.

    “Le forze di polizia hanno evacuato le persone presenti nella zona del Muro del Pianto verso luoghi più sicuri” ha fatto sapere le forze dell’ordine israeliano.

    Il lancio di razzi è stato successivamente rivendicato da Hamas. Come riporta il Jerusalem Post, infatti, Hamas ha avvertito che i missili sono “un messaggio che il nemico deve comprendere bene”.

    Un portavoce dell’ala militare dell’organizzazione ha annunciato che è stata presa di mira Gerusalemme in risposta a quelli che sono stati definiti “i crimini e l’aggressione di Israele alla Città Santa e i tormenti che infligge a Sheick Jarrah e alla moschea di al-Aqsa”.

    Hamas aveva dato un ultimatum al governo israeliano, chiedendo il ritiro delle truppe dalla Spianata delle Moschee e dal quartiere di Sheick Jarrah entro le 18 di oggi, le 17 in Italia.

    Il lancio di razzi ha provocato l’immediata reazione di Israele con una serie di raid effettuati sulla Striscia. Secondo il ministero della Salute di Gaza, i bombardamenti avrebbero provocato 9 morti, tra cui tre bambini, mentre Israele ha parlato di “tre terroristi di Hamas uccisi”.

    “Prevediamo che i prossimi giorni saranno caratterizzati da combattimenti. Hamas avvertirà in pieno la potenza delle nostre forze armate. La nostra reazione sarà forte, durerà giorni” ha dichiarato il portavoce dell’esercito israeliano.

    “Hamas ha varcato una linea rossa” ha invece affermato il premier Benyamin Netanyahu, che poi ha avvertito: “Israele colpirà con grande potenza, non tolleriamo attacchi al nostro territorio, alla nostra capitale, ai nostri cittadini e ai nostri soldati. Chi ci attacca pagherà un duro prezzo”.

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