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    La validità dei matrimoni gay

    La Corte Suprema ha respinto una sezione del Doma che non permetteva ai matrimoni gay di essere riconosciuti in tutti gli Stati

    Di Gualtiero Sanfilippo
    Pubblicato il 27 Giu. 2013 alle 12:13 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 11:44

    I matrimoni effettuati negli Stati americani che lo permettono, avranno valore legale in tutti gli altri Stati degli Usa, anche quelli che non consentono i matrimoni gay. Lo ha deciso la Corte Suprema degli Stati Uniti definendo una sezione del Defense of Marriage Act (Doma), incostituzionale e incompatibile con il Quinto emendamento. 

    La Corte Suprema ha concentrato la sua attenzione sul terzo capitolo del Doma, proprio quello che limita la definizione di matrimonio alla sola unione tra uomo e donna per la concessione dei diritti federali dello status matrimoniale.

    Adesso, le coppie gay unite in matrimonio potranno avere accesso a oltre 1.100 leggi federali, che prevedono benefit e diritti prima negati. La Corte, però, non si è pronunciata sul fatto che le coppie omosessuali abbiano il diritto costituzionale di sposarsi.

    Un altro tema di discussione è stato quello legato alla cosiddetta Proposition 8, un referendum che nel 2008, grazie al voto favorevole del 52 per cento degli elettori, abolì il matrimonio tra omosessuali in California. La Proposition 8 era già stata dichiarata incostituzionale da una corte federale, e i giudici della Corte Suprema hanno respinto gli appelli contro questa decisione, gettando le basi affinché il matrimonio omosessuale possa essere ristabilito nello Stato.

    Il presidente Obama si è detto entusiasta del risultato ottenuto e ha chiesto al ministro della Giustizia Eric Holder di rivedere tutte le leggi federali al fine di ottenere l’implementazione della sentenza.

    “Se siamo tutti uguali, l’amore che ci impegna gli uni con gli altri deve essere uguale allo stesso modo”, ha detto il presidente degli Stati Uniti d’America. E al termine di queste dichiarazioni, contemporaneamente con l’arrivo del verdetto, a Washington gli attivisti per i diritti gay sono esplosi in un boato e tra abbracci e pianti, la folla urlava: “Il Doma è morto”.

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