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    La Banca Mondiale sotto accusa in Etiopia

    Una commissione d’inchiesta indipendente accusa l'istituto di aver finanziato il dislocamento forzato di una comunità indigena

    Di Ludovico Tallarita
    Pubblicato il 12 Feb. 2015 alle 17:30 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 12:29

    La Banca Mondiale ha ripetutamente violato i suoi stessi regolamenti nel finanziare un piano di sviluppo in Etiopia.

    Il report che è stato ottenuto da International Consortium of Investigative Journalists, una rete globale di giornalisti investigativi provenienti da 65 Paesi diversiprende in esame un’iniziativa della Banca Mondiale volta a migliorare l’istruzione e la salute in Etiopia, e sostenuta da un investimento di 2 miliardi di dollari negli ultimi 10 anni.

    Alcuni indigeni della comunità etiope Anuak, nella provincia a sudovest dell’Etiopia di Gambella, hanno accusato le autorità etiopi di aver usato parte del denaro ricevuto dalla Banca Mondiale per finanziare il trasferimento forzato di massa degli abitanti della zona.

    I membri della comunità Anuak hanno anche denunciato che le forze dell’ordine hanno percosso, stuprato e ucciso alcuni indigeni nel momento in cui questi ultimi si rifiutavano di lasciare le loro abitazioni.

    Gli Anuak sono una comunità appartenente al gruppo etnico Luo Nilotic, che abita prevalentemente nell’Africa orientale. Si stima siano complessivamente più di 300mila.

    La Banca Mondiale ha continuato a sostenere il progetto socio-culturale anche anni dopo che le prove continuavano a emergere.

    La commissione d’inchiesta indipendente della Banca Mondiale ha rivelato che c’era un collegamento tra l’iniziativa finanziata dall’istituto di credito e il programma di trasferimento di massa degli indigeni.

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