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    L’Ue toglie l’embargo sulle armi

    L'Unione Europea non ha rinnovato l'embargo sulle armi nei confronti dei ribelli siriani

    Di Gualtiero Sanfilippo
    Pubblicato il 28 Mag. 2013 alle 12:00 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 18:47

    I 27 stati membri dell’Ue hanno deciso di non rinnovare l’embargo sulla vendita di armi all’opposizione siriana, così da farlo decadere alla sua scadenza prevista per venerdì. Da quel momento, ogni Paese potrà decidere autonomamente se fornire o meno armi ai ribelli. “Abbiamo gettato benzina sul fuoco”, ha dichiarato l’ambasciatore russo presso la Nato, Alexander Grushko.

    Francia e Regno Unito hanno raggiunto il loro obiettivo, anche se il ministro degli Esteri britannico William Hague ha affermato che non c’è nessuna intenzione di iniziare immediatamente i rifornimenti di armi, e che il gesto deve essere visto come un tentativo di mettere pressione al regime di Assad in vista della conferenza di Ginevra.

    Nel frattempo, due inviati francesi di Le Monde denunciano un presunto attacco con armi chimiche del regime siriano contro i ribelli a Jobar, lo scorso 11 aprile. Jean-Philippe Rémy e Laurent Van Der Stockt hanno riportato la questione delle armi chimiche in primo piano, spiegando che il regime non utilizza “semplici gas lacrimogeni, ma si avvale di sostanze molto più tossiche”.

    Il gas in questione è inodore e non produce fumo, ma i danni causati sono devastanti: la vista si offusca, poi giungono difficoltà respiratorie e infine vomito e svenimenti. I due inviati sarebbero stati testimoni dell’attacco e proprio uno dei due, Van Der Stockt, ha avuto per quattro giorni problemi respiratori e alla vista.

    I medici del luogo avrebbero distribuito dei prodotti per contrastare gli effetti delle tossine e, stando a quanto riportato dai media locali, durante gli scontri sono state distribuite maschere antigas a tutti gli uomini impegnati sul fronte.

    Negli Stati Uniti John McCain è diventato il più importante funzionario americano ad aver fatto visita alla Siria dall’inizio del conflitto. Il più grande critico verso la politica di Obama nei confronti della questione siriana ieri è stato protagonista di un vertice con il generale Salem Idris, capo del Consiglio militare supremo dell’Esercito siriano libero.

    Il vertice si è concentrato su alcune tematiche molto importanti per i ribelli, che hanno invitato gli Stati Uniti a fornire nuove armi, a effettuare raid aerei sul regime siriano e sulle forze di Hezbollah, nonché a stabilire una ‘no-fly zone’ su parte del territorio siriano.

    “La visita del senatore McCain in Siria è molto importante, soprattutto adesso che abbiamo bisogno di aiuto americano per far sì che qualcosa cambi sul nostro territorio. La situazione è molto critica”, ha detto il generale Idris.

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