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    Il procuratore turco: “Khashoggi è stato strangolato appena entrato nel consolato di Istanbul”

    Credit: OZAN KOSE / AFP

    Irfan Fidan: "Attacco pianificato". Sempre più tesi i rapporti tra Istanbul e Riad

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 31 Ott. 2018 alle 16:55 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 20:23

    Jamal Khashoggi è stato “strangolato a morte in un attacco pianificato” poco dopo essere entrato al consolato dell’Arabia Saudita a Istanbul, in Turchia.

    Lo ha dichiarato il procuratore capo di Istanbul, Irfan Fidan, dopo la visita del procuratore capo saudita Saud Mojeb: visita che, tuttavia, secondo Fidan “non ha prodotto risultati concreti”.

    Secondo il magistrato turco, Khashoggi è stato ucciso e poi il suo corpo è stato smembrato e fatto sparire.

    La vicenda sta complicando ulteriormente i già difficili rapporti diplomatici tra Turchia e Arabia Saudita.

    Jamal Khashoggi, giornalista e dissidente saudita è sparito il 2 ottobre 2018 dopo essere entrato nel consolato dell’Arabia Saudita a Istanbul. Collaboratore del quotidiano statunitense Washington Post, l’uomo si era recato nella struttura per completare alcune “pratiche burocratiche”.

    Dopo aver affermato per giorni che il giornalista aveva lasciato il consolato, il 20 ottobre l’Arabia Saudita ha ammesso che Khashoggi è stato ucciso all’interno del consolato, precisando però che la morte sarebbe avvenuta durante una colluttazione.

    Il 23 ottobre il presidente turco Erdogan ha tenuto un discorso davanti ai suoi colleghi di partito in cui ha reso note le informazioni in suo possesso sull’omicidio, spiegando che si è trattato di un atto premeditato e organizzato giorni prima. “Tutte le prove raccolte fino ad ora vanno nella direzione di quello che è stato un omicidio eseguito in maniera selvaggia”, ha affermato Erdogan.

    Il 25 ottobre Riad ha ammesso che l’omicidio è stato premeditato.

    Successivamente sul caso è intervenuto anche il principe ereditario saudita, Mohammed bin Salman: “È stato un atto efferato, ingiustificabile che addolora tutti i sauditi e il mondo intero, l’Arabia Saudita e la Turchia compiranno tutti i passi per punire i responsabili”, ha dichiarato.

    Il giorno prima, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, aveva per la prima volta ventilato l’idea che il mandante dell’omicidio possa effettivamente essere il principe ereditario.

    Chi è Jamal Khashoggi

    Ex consigliere del governo saudita, Khashoggi aveva deciso di autoesiliarsi negli Stati Uniti nel 2017 per timore di un possibile arresto, dopo aver criticato alcune decisioni del principe ereditario saudita, nonché ministro della Difesa, Mohammed bin Salman.

    Il giornalista aveva anche espresso diverse critiche sull’intervento militare di Riad in Yemen.

    Khasoggi aveva più volte denunciato intimidazioni, arresti e attacchi subiti da giornalisti, intellettuali e leader religiosi non allineati con la casa reale saudita.

    Ex redattore del quotidiano Al-Watan e di un canale di notizie tv saudita, Khashoggi ha anche partecipato ai programmi della Bbc sull’Arabia Saudita e sul Medio Oriente.

    Il giornalista è anche noto per la sua relazione con il giovane Osama Bin Laden, con il quale ha viaggiato molto in Afghanistan negli anni Ottanta durante l’occupazione sovietica.

    Leggi anche: La fidanzata: “Khashoggi non è morto, migliaia ne nasceranno oggi, nel giorno del suo compleanno”

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