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    Juncker risponde a Conte: “Sostegno dall’Europa, ma basta soluzioni ad hoc sulla ripartizione dei migranti”

    Credit: Getty Images

    La Commissione europea si dice pronta a coordinare le operazioni di salvataggio dei migranti, ma non si assumerà il compito di dire alle navi in quali porti sbarcare le persone soccorse in mare

    Di Futura D'Aprile
    Pubblicato il 20 Lug. 2018 alle 09:40 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 01:33

    Il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ha risposto alla lettera inviata dal premier Conte e in cui il primo ministro chiedeva la creazione di una cellula di crisi europea per la gestione degli sbarchi.

    La Commissione, si legge nella nota, “è pronta a svolgere pienamente la sua funzione di coordinatrice”.

    “Non va però dimenticato che l’Unione europea non ha competenza per determinare il luogo/porto sicuro da usare per gli sbarchi in seguito a un’operazione di ricerca e salvataggio in mare”, viene scritto nella lettera diffusa dall’agenzia Agi.

    Il presidente Juncker ha tranquillizzato il premier italiano, spiegando che “sono già in corso discussioni tecniche sulle misure concrete volte a dar seguito a questi accordi” e che l’Unione lavorerà durante tutta l’estate.

    Nella lettera si ricorda anche che “la Commissione sostiene da tempo la causa degli Stati membri in prima linea, specialmente dell’Italia, nel chiedere la solidarietà da parte di tutti gli altri Stati”.

    La Commissione europea, infatti, ritiene che sia “prioritario esaminare il modo in cui potrebbero funzionare i ‘centri controllati’ negli Stati membri dell’Unione europea e il sostegno che può essere fornito dall’Unione”.

    “Al contempo sarà portata avanti la realizzazione di piattaforme di sbarco regionali, in stretta cooperazione con l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati e l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, anche in previsione della riunione con tutti i paesi del Mediterraneo da essi indetta per il 30 luglio”.

    Per la prossima settimana è attesa la presentazione da parte della Commissione di una “concept note” sulla creazioni di centri controllati in cui trasferire i migranti soccorsi in mare e da cui saranno poi rimpatriati i  migranti illegali.

    Inoltre, il piano dovrebbe prevedere la ridistribuire dei richiedenti asilo verso altri Stati membri, ma solo su base volontaria.

    Nella lettera di risposta di Junker al premier Conte non sono però mancate le critiche alla gestione da parte dell’Italia dei flussi migratori negli ultimi mesi.

    Secondo il presidente della Commissione, la ridistribuzione dei migranti sbarcati a Pozzallo nel fine settimana, rimasti bloccati per due giorni a bordo della nave Protector di  Frontex e del pattugliatore Monte Sperone della Guardia di finanza, non è stata raggiunta con modalità accettabili.

    Juncker infatti riconosce che l’Italia “invoca da tempo, e a ragione, una cooperazione regionale sugli sbarchi. Gli avvenimenti di questo fine settimana hanno dimostrato un senso condiviso di solidarietà da parte degli Stati membri (Grecia, Germania, Malta, Spagna, Portogallo e Irlanda) che si sono offerti di accogliere una parte dei migranti sbarcati a Pozzallo”.

    Tuttavia, prosegue nella lettera il presidente della Commissione, “queste soluzioni ad hoc non rappresentano un modo di procedere sostenibile e soddisfacente.”

    La soluzione è “cercare metodi più prevedibili che si basino sul sostegno europeo, sia dal punto di vista finanziario, sia in termini di sostegno operativo da parte delle agenzie dell’Ue, evitando contemporaneamente ogni fattore di attrazione”.

    Per quanto riguarda invece i fidanzamenti, “la Commissione si aspetta che tutti gli Stati versino la loro giusta quota, soprattutto per lo sportello dedicato al Nordafrica del Fondo fiduciario di emergenza dell’Ue per l’Africa”.

    In un’ultima battuta, Junker conferma il suo sostegno all’operazione Sophia, che prevede che gli sbarchi dei migranti salvati in mare siano effettuati nei porti italiani.

    Il governo Conte aveva di recente affermato di non ritenere più valide le regole operative dell’operazione, come dimostrato dagli episodi di questi mesi.

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