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    Algeria, ministro teme che l’ISIS sposti le sue forze in Africa

    Di Stefano Mentana
    Pubblicato il 28 Nov. 2017 alle 16:24 Aggiornato il 23 Feb. 2023 alle 16:33

    Il ministro degli Esteri algerino Abdul Qader Messahel ha detto che il Nordafrica è attualmente minacciato dal possibile ritorno di combattenti provenienti dalla regione che si sono uniti all’Isis in Siria e Iraq e potrebbero tornare alle zone di origine con la sconfitta del sedicente Stato islamico.

    Oggi in Siria l’Isis controlla solo una piccolissima parte di territorio al confine tra Siria e Iraq e ha perso tutte le principali città che un tempo aveva in mano. Tuttavia, molti analisti temono che i cosiddetti foreign fighters facciano ritorno a questo punto ai loro Paesi d’origine per realizzare attentati e, secondo Messale, minacciando la stabilità del Nordafrica.

    Secondo una serie di rapporti, tra cui quello del Soufan Center, almeno 5.600 combattenti stranieri hanno lasciato i territori della Siria e dell’Iraq, molti per fare ritorno in Tunisia e Marocco, due dei Paesi da cui proveniva il maggior numero di foreign fighters.

    Secondo gli analisti questi miliziani potrebbero unirsi a gruppi terroristi nei propri Paesi o, diversamente, unirsi a milizie armate in futuri conflitti.

    Secondo David Des Roches, professore associato presso la National Defense University di Washington, il ritorno dei foreign fighters può essere un elemento di preoccupazione per i paesi dell’Occidente, del Medio Oriente e del Nordafrica.

    Questo gruppo di persone non si considererebbe infatti sconfitto, ma intenzionato a portare avanti la jihad su un campo di battaglia differente, sempre secondo Des Roches.

    Nell’Africa settentrionale ci sono diversi conflitti al momento in corso ai quali hanno preso parte anche uomini dell’Isis. C’è ad esempio quello nella penisola del Sinai, dove è attivo il gruppo un tempo chiamato Ansar Beit al-Maqdis che nel 2014 ha giurato fedeltà al sedicente Stato Islamico. Questo gruppo ha realizzato numerosi attentati in questo territorio dell’Egitto al confine con Israele e la Striscia di Gaza.

    Anche la regione del Sahel ha una forte presenza di miliziani islamisti, soprattutto legati ad al-Qaeda. Tuttavia anche l’Isis è presente in quest’area, e lo scorso 4 ottobre un gruppo di uomini legati al gruppo ha ucciso cinque militari locali e quattro militari statunitensi.

    Tuttavia, il conflitto che gli analisti temono possa essere raggiunto dai miliziani dell’Isis provenienti da Siria e Iraq e quello in Libia, dove la guerra civile e la crisi politica in corso da anni non sembrano vicine alla soluzione e potrebbero rappresentare per gli estremisti un terreno fertile.

    Diverse autorità statunitensi temono che l’Isis possa rappresentare una crescente minaccia per i paesi africani. Il senatore Tom Tillis della North Carolina ha dichiarato che teme che la situazione creatasi in Siria e Iraq con l’Isis possa ripetersi in Niger, dove i militari statunitensi sono stati colpiti da un attacco. Un paese che confina con l’instabile Libia.

    Una situazione confermata dal senatore dell’Arizona John McCain, secondo il quale non vi sono dubbi che i miliziani dell’Isis si stiano trasferendo in Africa.

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