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    Irlanda, stupratore assolto perché la vittima indossava un tanga. La protesta finisce in parlamento

    La protesta in parlamento della deputata Ruth Coppinger

    Fa discutere la sentenza di un giudice che ha giudicato non colpevole un 27enne che aveva abusato di una minorenne

    Di Marta Facchini
    Pubblicato il 16 Nov. 2018 alle 09:11 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 11:23

    Ha violentato una ragazza di 17 anni ma un giudice l’ha dichiarato innocente perché la vittima della violenza indossava un tanga in pizzo. Fa discutere la sentenza di un giudice irlandese che ha assolto un 27enne di Cork dall’accusa di avere stuprato una minorenne.

    Nel corso del processo, che si è tenuto il 6 novembre 2018, l’uomo si era dichiarato innocente e aveva affermato che la giovane donna era consenziente. L’avvocato della difesa, Elizabeth O’Connell, aveva chiesto ai giurati di considerare l’abbigliamento che indossava l’adolescente la sera del rapporto sessuale. “Dovete guardare come era vestita: indossava un perizoma di pizzo nero. Questo non indica forse che la ragazza era attratta dall’uomo o che si aspettava di avere un incontro?”, aveva detto la legale. 

    La decisione del tribunale ha provocato immediate reazioni, da parte della società civile ma anche di alcuni parlamentari. La deputata Ruth Coppinger, dell’Alleanza anti-austerità, ha voluto denunciare la situazione mostrando in aula un tanga di pizzo blu.

    “Potrebbe sembrare imbarazzante mostrare un tanga qui”, ha osservato la parlamentare, “come pensate che si senta una vittima di stupro, quando in modo inappropriato viene mostrata la sua biancheria intima in un tribunale?”.

    Una campagna in sostegno della vittima, lanciata da alcune attiviste per i diritti delle donne, è diventata virale sui social network. In molte hanno pubblicato una foto della loro biancheria intima accompagnandola dall’hashtag #ThisIsNotConsent per puntare il dito contro la tendenza a colpevolizzare la donna che ha subito una violenza sessuale. 

    L’hashtag è stato creato dal gruppo Facebook Mna na hEireann (Women of Ireland) e l’account Twitter I Believe Her-Ireland ha diffuso ulteriormente la protesta.

    Il Centro di Dublino contro la violenza sulla donne ha denunciato le discriminazioni cui sono sottoposte con frequenza le donne vittima di violenza e ha chiesto una riforma del sistema giuridico. 

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