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    Iran, migliaia di cittadini in piazza contro le sanzioni Usa

    Credit: AFP

    Il 4 novembre ricorre il 39esimo anniversario dell'occupazione dell'ambasciata statunitense: nel 1979 gli studenti presero in ostaggio 52 funzionari per 444 giorni

    Di Futura D'Aprile
    Pubblicato il 4 Nov. 2018 alle 17:30 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 17:56

    Migliaia di cittadini iraniani si sono radunati a Teheran il 4 novembre 2018 per celebrare il 39esimo anniversario dell’occupazione dell’ambasciata statunitense, mentre Washington si prepara a ripristinare tutte le sanzioni rimosse a seguito della firma dell’accordo nucleare nel 2015.

    La folla ha cantato “Down with US” e “Death to Israel” durante la manifestazione nella capitale iraniana e la tv di Stato ha detto che manifestazioni simili si sono svolte in altre città dell’Iran.

    Poco dopo la rivoluzione islamica del 1979, gli studenti iraniani fecero irruzione nell’ambasciata americana, prendendo in ostaggio 52 funzionari per 444 giorni. Gli Stati Uniti risposero interrompendo tutte le relazioni diplomatiche.

    In Iran, il 4 novembre è anche noto come Giornata degli studenti e la Giornata nazionale della lotta contro l’arroganza globale.

    Il governo iraniano celebra ogni anno la presa dell’ambasciata, presentandola come un colpo decisivo contro gli Stati Uniti, che avevano sostenuto il governo dello Shah Mohammad Reza Pahlavi.

    Il complesso dell’ambasciata è ora un centro culturale.

    Mohammad Ali Jafari, capo delle Guardie rivoluzionarie, ha accusato Washington di aver lanciato una “guerra economica” nel tentativo di rovesciare la Repubblica islamica.

    “Con l’aiuto di Dio e la resistenza e la perseveranza del popolo pio e rivoluzionario dell’Iran islamico, quest’ultima arma del nemico, la guerra economica, accompagnata da una diffusa operazione mediatica di diffamazione, sarà sconfitta”.

    La rabbia e la sfiducia negli Stati Uniti stanno aumentando nuovamente tra i cittadini dell’Iran in seguito alla decisione del presidente Donald Trump di ritirarsi dall’accordo sul nucleare, nonostante il rispetto da parte di Teheran dei termini imposti dall’intesa, negoziata ai tempi  dell’amministrazione Obama.

    A maggio,il presidente Trump ha annunciato il ripristino delle sanzioni contro l’Iran, entrate in parte in vigore ad agosto.

    Il 5 novembre si applicano anche al petrolio e al gas, così come al settore di trasporti e banche.

    Gli Stati Uniti hanno detto che le sanzioni non sono dirette a rovesciare il governo, ma a persuaderlo a cambiare radicalmente le sue politiche, compreso il suo sostegno ai gruppi armati regionali e allo sviluppo di missili balistici a lungo raggio.

    Il leader supremo dell’Iran, l’Ayatollah Ali Khamenei, ha descritto le sanzioni come parte di una lunga tradizione di ostilità americana nei confronti della Repubblica islamica, che tuttavia non si è arresa all’arroganza statunitense.

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