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    Peter Madsen ha ammesso di aver fatto a pezzi il corpo della giornalista Kim Wall

    L'inventore danese Peter Madsen. Credit: Bax Lindhardt

    Kim Wall è scomparsa il 10 agosto scorso dopo essere salita a bordo del sottomarino di proprietà dell'inventore danese Peter Madsen, che nega di averla uccisa

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 30 Ott. 2017 alle 13:30 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 18:56

    Peter Madsen, inventore danese e proprietario del sottomarino a bordo del quale è scomparsa la giornalista svedese Kim Wall, ha ammesso di aver fatto a pezzi il corpo della giovane reporter, ma ha negato di averla uccisa. Lo ha riferito la polizia danese, citata dall’agenzia Reuters, lunedì 30 ottobre 2017.

    Madsen ha detto di aver fatto a pezzi il corpo della donna e di aver gettato i suoi resti in mare.

    L’inventore sostiene però che la donna sia morta per aver inalato monossido di carbonio mentre si trovava sul ponte dell’imbarcazione.

    Kim Wall è scomparsa il 10 agosto scorso dopo essere salita a bordo del sottomarino di proprietà dell’inventore danese Peter Madsen. Il suo corpo decapitato e la sua testa sono stati ritrovati in mare nelle settimane successive.

    La testa mozzata della donna è stata trovata in una borsa che conteneva anche due gambe. In un’altra borsa sono stati ritrovati i vestiti mancanti della donna.

    Wall stava raccogliendo informazioni sul sottomarino di proprietà di Madsen per un articolo. L’imbarcazione è affondata poche ore dopo che la giornalista era salita a bordo.

    Lunedì 21 agosto era stato ritrovato il busto della donna nella baia di Copenhagen. Secondo la polizia, la testa e gli arti erano stati tagliati deliberatamente. Le autorità hanno poi identificato i resti come appartenenti alla giornalista svedese.

    Peter Madsen, 46 anni, è stato arrestato ed è accusato dalle autorità danesi di aver deliberatamente sabotato il mezzo dopo aver ucciso la donna. Lui ha inizialmente sostenuto di aver riaccompagnato la giornalista al porto sana e salva, poi ha cambiato versione dicendo di averla accidentalmente uccisa facendo cadere un portellone del sottomarino sulla sua testa per errore e di averla “sepolta in mare”, ora ha cambiato nuovamente versione, sostenendo che la donna sarebbe morta perché avvelenata dal monossido di carbonio.

    I medici legali hanno reso noto che la borsa in cui sono state ritrovate parti del corpo della donna era stata appesantita con alcuni pezzi di metallo e che dall’autopsia non risultano fratture sul suo cranio.

    Peter Madsen è un eccentrico inventore danese, ingegnere aerospaziale e cofondatore di Copenhagen Suborbitals, l’unico programma amatoriale spaziale finanziato interamente in crowd-funding, la pratica di microfinanziamento che mobilita persone e risorse intorno a progetti di investimento, spesso innovativi.

    Nel 2014 Madsen ha anche fondato il Rocket Madsen Space Lab, un laboratorio di ricerca per tecnologie missilistiche che concentra i propri sforzi nello sviluppo di motori basati su poliuretano e perossido di idrogeno.

    Entrambe le organizzazioni hanno l’obiettivo di diventare il primo programma spaziale non governativo a inviare un essere umano nello spazio.

    Kim Isabell Frerika Wall era una giornalista svedese freelance di 30 anni. Aveva studiato all’Università Sorbona di Parigi, alla London School of Economics nel Regno Unito e alla Columbia University a New York, dove si è laureata in giornalismo nel 2013.

    Wall viveva tra New York e Pechino e collaborava con testate internazionali come The New York Times, Harpers, The Guardian, VICE Magazine, South China Morning Post, Foreign Policy TIME. Il suo lavoro riguardava in particolare le identità di genere, le ingiustizie sociali e gli affari internazionali.

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