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    L’invasione dell’Ucraina porta il prezzo del grano alle stelle

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 28 Feb. 2022 alle 17:50

    Con le sanzioni imposte dai Paesi della Nato alla Russia il prezzo delle materie prime alimentari è destinato a crescere sempre di più. Da quando le truppe di Putin hanno iniziato l’avanzata verso Kiev, il costo grano è già aumentato del 9 per cento sui mercati internazionali, con gravi ripercussioni anche su quello del pane e della pasta, due generi alimentari che già nel mese di gennaio avevano subito un rincaro del 12,5 per cento in Italia. Ma con la guerra e la sospensione delle spedizioni dai porti commerciali del Mar Nero, fa notare Assoutenti, il grano potrebbe arrivare a costare fino al 30 per cento in più rispetto all’anno scorso, mentre il pane potrebbe subire aumenti del 10 per cento.

    Per comprendere gli effetti che il conflitto sta avendo sul commercio di materie prime basti pensare che Kiev e Mosca insieme rappresentano quasi il 29 per cento del commercio mondiale di grano, il 19 per cento delle forniture globali di mais per l’allevamento animale e ben l’80% delle esportazioni di olio di girasole, riporta Coldiretti. E secondo gli analisti, con l’inflazione che tende a stabilizzarsi sui prezzi di adesso e tenendo conto anche del costo di energia e gas, i prezzi potrebbero crescere fino al 50 per cento in pià.

    Le quotazioni di grano tenero sono “a livelli mai visti prima d’ora e le prime conseguenze potrebbero ricadere presto su consumatori e agricoltori”, avverte il Cai (Consorzi Agrari d’Italia), che in una rilevazione recente ha indicato come il grano tenero, utilizzato per la produzione di pane, farine e biscotnti, venga quotato, a seconda del valore proteico, dai 4 agli 8 euro in più a tonnellata, attestandosi in media intorno ai 315-320 euro per tonnellata, fino ad arrivare a 381 euro a tonnellata (un aumento del 2,5 per cento).

    Non solo: nel primo giorno di invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo, il grano ha raggiunto il suo valore massimo in nove anni, e cioè 9,34 dollari a bushel, l’unità con cui si misura il grano. Secondo Coldiretti si tratta di “un’emergenza mondiale che riguarda direttamente l’Italia, che è un Paese deficitario ed importa addirittura il 64 per cento del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti e il 53% del mais di cui ha bisogno per l’alimentazione del bestiame”. “L’Ucraina è il nostro secondo fornitore di mais con una quota di poco superiore al 20% ma garantisce anche il 5% dell’import nazionale di grano”, aggiunge l’associazione.

     

     

     

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