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    I migliori e i peggiori paesi nel mondo in cui nascere donna

    Credit: Mohd Rasfan - Ernest Zacharevic Artist / AFP

    Nasce il primo indice mondiale di genere che riflette una visione condivisa secondo cui i paesi sono più pacifici e prosperi quando le donne ricevono diritti e opportunità completi e paritari

    Di Marta Perroni
    Pubblicato il 8 Mar. 2018 alle 08:41 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 00:30

    Per la prima volta nella storia, a maggio 2017, l’Istituto Georgetown per le donne, la pace e la sicurezza (GIWPS) e l’Istituto di ricerca per la pace di Oslo (PRIO) hanno sviluppato un nuovo indice globale che rileva sia la pace e la sicurezza sia l’inclusione e la giustizia delle donne.

    “Le donne sono al centro degli sforzi per raggiungere una pace sostenibile attraverso la loro inclusione, la giustizia e la sicurezza in tutto il mondo”.

    Questo è uno dei punti essenziali del programma del 2000 stabilito dalla risoluzione 1325 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite su donne, pace e sicurezza.

    Il programma sollecitava tutti gli stati protagonisti ad aumentare la partecipazione delle donne nei propri territori e a integrare le prospettive di genere in tutti gli sforzi di pace e sicurezza delle Nazioni Unite.

    Ciò è stato ribadito nel 2016, quando l’Assemblea generale delle Nazioni Unite e il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite hanno adottato risoluzioni per sostenere la pace e si sono prefissi gli impegni dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile che riconoscono anche la necessità di creare società inclusive, giuste e pacifiche per tutti.

    Gli indici globali sono un modo per valutare e confrontare i progressi nazionali rispetto a tali obiettivi, distillando una serie di informazioni complesse in un unico numero e classifica. Mentre c’è un numero crescente di indici globali, nessuno ha riunito le tre dimensioni importanti dell’inclusione, della giustizia e della sicurezza delle donne.

    Gli indici di genere infatti erano limitati a specifici indicatori di inclusione, ad esempio se le donne completano la scuola secondaria o se hanno un lavoro retribuito. Questi aspetti dell’inclusione sono indubbiamente importanti, ma sono incompleti in assenza dell’analisi della giustizia e della sicurezza.

    Ed è sicuramente fuorviante concentrarsi esclusivamente sulla scolarizzazione delle ragazze se le stesse poi non sono al sicuro a casa o nella comunità.

    Per la prima volta, l’Istituto Georgetown per le donne, la pace e la sicurezza (GIWPS) e l’Istituto di ricerca per la pace di Oslo (PRIO) attingendo da fonti di dati internazionali riconosciute classificano 153 paesi in tutto il mondo – che coprono oltre il 98 per cento della popolazione mondiale – in modo tale da focalizzare l’attenzione sui risultati chiave e sulle principali carenze nel contesto dell’agenda per lo sviluppo sostenibile.

    Credit: Time of India

    Uno degli obiettivi principali dell’Indice è quello di accelerare i progressi nell’agenda internazionale per le donne, la pace e la sicurezza e gli obiettivi di sviluppo sostenibile.

    Questo è il primo indicatore di genere da sviluppare nel quadro dell’agenda 2030 e riflette una visione condivisa secondo cui i paesi sono più pacifici e prosperi quando le donne ricevono diritti e opportunità completi e paritari.

    L’Indice sarà aggiornato ogni due anni e traccerà i progressi in vista del Forum politico ad alto livello delle Nazioni Unite nel 2019, l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e il 20esimo anniversario della Risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 1325 su Donne, pace e sicurezza.

    Italia

    L’Italia è al 32esimo posto sui 153 paesi presi in esame.

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