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    “Il sistema antincendio di Notre Dame è rudimentale”: lo studio italiano ignorato

    Credit: Getty Images
    Di Cristiana Mastronicola
    Pubblicato il 16 Apr. 2019 alle 11:53 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 23:31

    Tre anni fa un docente di Meccanica dell’Università di Versailles, l’italiano Paolo Vannucci, pubblicava uno studio scientifico in cui metteva nero su bianco i rischi che correva la Cattedrale di Notre Dame di Parigi. [Qui tutto quello che c’è da sapere sull’incendio]

    Nel tetto di Notre Dame l’alta concentrazione di polveri, stratificate nel tempo, ha un effetto deflagrante, che può essere scatenato anche da una minima tensione elettrica. Questo il sunto dello studio, in cui si sottolinea anche l’inefficienza del sistema antincendio, considerato dall’esperto “rudimentale”.

    A parlarne, su Il Sole 24 Ore, è un collega di Vannucci, Paolo Maria Mariano, professore di Meccanica all’università di Firenze. “Ai tempi lo studio, intitolato “Cathédrale durable”, è stato completamente ignorato dal Cnrs, il Consiglio nazionale di ricerca francese”, afferma il docente.

    Per Mariano quello che scriveva il collega Vannucci appena tre anni fa appare quasi profetico. “Secondo Vannucci, nel tetto di Notre Dame, struttura estremamente moderna per concezione, nonostante alcuni dei suoi legni appertengano a querce tagliate all’epoca di Carlo Magno, l’alta concentrazione di polveri ha un notevole effetto deflagrante e qualsiasi tensione elettrica può scatenare un incendio”, ha detto Mariano.

    Notre Dame, cosa resta della Cattedrale dopo l’incendio

    All’alta concentrazione di polveri, si somma un sistema antincendio “piuttosto rudimentale”. Quello che suggeriva nel suo studio Vannucci, invece, era adottare un “più efficace sistema anticendio a polveri”.

    Il professore italiano a Versailles, come riferisce il collega Mariano, subito dopo l’incendio, “ha scritto all’Eliseo per far sapere al presidente francese Macron che i risultati del suo studio sono disponibili presso il Cnrs francese, che li ha secretati”.

    Una soluzione per prevenire conseguenze come quelle del 15 aprile a Parigi c’è: “Bloccare innanzitutto le fonti di innesco ma anche intervenire sulla riduzione della concentrazione e della densità delle polveri, per esempio, nel caso della cattedrale, aprendo una porzione di tetto”.

    Tutte le foto e i video dell’incendio

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