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    In piazza contro i terroristi

    Il generale al-Sisi invita gli egiziani a manifestare contro il 'terrorismo', in seguito agli attentati di oggi

    Di Eleonora Vio
    Pubblicato il 24 Lug. 2013 alle 15:44 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 22:33

    A fronte dell’intensificarsi degli attacchi islamisti contro le forze dell’ordine, il generale delle forze armate Abdel Fattah al-Sisi ha sollecitato la popolazione egiziana a scendere in piazza.

    “Domando… Che il prossimo venerdì tutti gli egiziani onesti e affidabili si facciano vedere,” proclama al-Sisi di fronte alla televisione di Stato. “Perché? Per affidarmi il mandato e consentirmi di sconfiggere la violenza e il potenziale terrorismo.”

    Non a caso, poco dopo la mezzanotte di ieri un poliziotto è caduto vittima di una bomba lanciata all’interno della stazione di polizia di Mansoura, nel governatorato di Daqahlia, e almeno una trentina di suoi colleghi sono rimasti gravemente feriti. Di poco successivo, nella mattinata di oggi, è stato il lancio di due razzi contro la terza stazione di polizia di Arish, nel nord Sinai.

    Entrambi i casi rivelano un’escalation nei metodi utilizzati negli scontri tra i fedeli dell’ex presidente Morsi, gli oppositori e la sicurezza di Stato. Non si tratta più di armi di piccolo taglio ma di armamenti pesanti.

    I responsabili dei due attacchi del giorno non sono stati identificati ma, per il succedersi delle rappresaglie islamiste nel Sinai e al Cairo dal rovesciamento del presidente Morsi, la pista più ovvia conduce o ai Fratelli Musulmani o agli alleati jihadisti.

    “La nostra rivoluzione è pacifica,” si difende la Guida Suprema dei Fratelli Mohammed Badie su Facebook. “La nostra forza giace nell’essere pacifici, nell’unità e nella fede a Dio. La nostra causa contro il coup militare e in difesa del ritorno alla legittimità, alla costituzione, al parlamento e al presidente è giusta.”

    Anche Jama’a al-Islamiya nega il suo coinvolgimento, secondo quanto riportato dal quotidiano online “Egypt Independent”, e denuncia tutte le forme di violenza che hanno come obiettivo istituzioni pubbliche e private, come singoli individui.

    Il discorso del generale pone alcuni dubbi sul ruolo corrente dell’esercito in Egitto. Da un lato, esso sembra essere alla ricerca di legittimità popolare per schiacciare i Fratelli in modo definitivo, e, dall’altro, appare come in grado di influenzare le sorti egiziane molto più del governo civile recentemente appuntato.

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